«Firmavano» i loro assalti devastando ciò che prendevano di mira. Non bastava, insomma, rapinare. Distruggevano tutto. Ora sono finiti in manette in dieci, tutti di etnia sinti, attivissimi tra Milano e Torino. Li hanno arrestati ieri di prima mattina i carabinieri del comando provinciale di Milano, su esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Busto Arsizio. La banda di nomadi era specializzata in «spaccate»: gli arrestati utilizzavano automobili o carri attrezzi come arieti per assaltare esercizi commerciali e banche. Irrompevano sfondando le vetrine e rubando casse continue e bancomat. I raid erano iniziati la scorsa estate: almeno dieci i negozi e gli istituti di credito distrutti dai malviventi.Il tratto distintivo era devastare i luoghi in cui mettevano a segno il colpo: bottini di valore anche esiguo - poche centinaia di euro - ma interi negozi e banche ridotti in macerie, sfondando le vetrine con i veicoli e distruggendo gli arredi. I danni quantificati ammontano a milioni di euro. I furti più consistenti non hanno coinvolto solo banche, punti di vendita di abbigliamento o gioiellerie, ma anche concessionari di automobili. Le città più colpite sono state Milano, Torino e Chieri.L'operazione «Ariete» nasce a ottobre 2015 da un'indagine del nucleo investigativo di Monza, coordinata dai carabinieri dal comando provinciale di Milano. Gli arresti sono stati effettuati nel campo nomadi di Corbetta, nell'hinterland milanese, a Torino in centro città e in provincia, in particolare a Chieri e Poirino. Si tratta di accampamenti di piccole dimensioni, in cui vivono poche famiglie unite da legami di parentela. Almeno dalla scorsa estate il gruppo avrebbe agito in negozi di vestiti, rivendite di «Compro oro», concessionarie di auto, carrozzerie, bar e banche, del Milanese a Marcallo con Casone, Magenta, Inveruno, Busto Garolfo, Mesero, Buscate, Cisliano e Corbetta, nel Varesotto a Olgiate Olona, Marnate e Busto Arsizio, e nel Torinese.Undici i furti contestati ai danni di attività commerciali, 6 ad istituti bancari. Oltre 200mila euro il denaro rubato: la banda sradicava materialmente gli sportelli bancomat. Nei bar portava via le macchinette slot. Ad oggi non è ancora stato ricostruito il canale di rivendita della merce rubata: vestiti, accessori d'abbigliamento, oro e gioielli, ricambi per vetture e automobili. A volte agivano a volto coperto, indossando maschere, come in un «Compro oro» a Corbetta. Il loro agire costituiva un pericolo pubblico, in pieno giorno e al di là dei furti. A Moncalieri nell'autunno scorso tre di loro avevano speronato un'auto dei carabinieri che gli avevano intimato l'alt. Nella fuga diversi veicoli parcheggiati in pieno centro erano rimasti danneggiati.Gli arrestati si trovano ora a San Vittore e a Le Vallette di Torino. Alla guida dell'organizzazione c'erano tre giovani: un 19enne nato in Germania, un 33enne nato ad Albenga e un 28enne di Busto Arsizio. Tra le persone finite in manette, quattro sono minorenni, e due di loro sono già sottoposti a misure cautelari per reati precedenti, sempre inerenti a furti. Nonostante la giovane età, tra i 16 e i 17 anni, la loro capacità criminale era pari a quella di arrestati adulti e all'interno della banda godevano della medesima stima. «Non è stato semplice identificare gli arrestati: vivono in campi nomadi e parlano un particolare dialetto sinti.
Inoltre cambiavano in media ogni due settimane le schede telefoniche. È stata un'indagine lunga e costante, seguita quotidianamente dai carabinieri», spiega Rosaria Stagnario, sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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