A Brera c'è voglia di "svolta". Si ricomincia da Peterzano

Il direttore Bradburne: ancora in attesa degli spazi per il '900. Aperta la mostra sul pittore bergamasco

A Brera c'è voglia di "svolta". Si ricomincia da Peterzano

Per la Pinacoteca di Brera è il tempo dell'attesa. Dopo un 2019 travagliato, il 2020 potrebbe essere l'anno della svolta, ma il condizionale come sempre quando si parla di questa istituzione è d'obbligo. «Siamo nel limbo», dice il direttore James Bradburne e il riferimento è alle modifiche necessarie per far sì che Palazzo Citterio, al civico accanto rispetto alla Pinacoteca, possa ospitare la corposa collezione d'arte del Novecento in attesa di una definitiva sistemazione. La questione è delicata, la riassumiamo brevemente.

Dopo il lunghissimo restauro da parte della soprintendenza regionale, il Palazzo necessita di altre necessarie modifiche (uno scalone interno, l'impianto di climatizzazione) messe nero su bianco dal direttore Bradburne all'allora ministro alla Cultura Alberto Bonisoli che, dopo iniziale ritrosia, aveva acconsentito. Dettaglio non secondario: l'avvallo era stato solo verbale, nessun atto era stato depositato al ministero. Caduto dunque il governo giallo-verde, si è dovuto ricominciare: riunioni, nuova commissione per giudicare il restauro (difeso con fermezza dalla soprintendenza) e le eventuali modifiche. Dario Franceschini, ora ministro della Cultura, dovrebbe accelerare la marcia ma, confida il direttore Bradburne, per ora è meglio «imparare l'arte della pazienza». Pastoie burocratiche a parte, il 2019 è stato un anno positivo per Brera: i visitatori (410mila) sono aumentati del 6% rispetto al 2018. «Preferisco questa lenta crescita a onda, che testimonia l'apprezzamento dei milanesi e dei turisti, a picchi legati a mostre temporanee», continua Bradburne. I giovani (18-25 anni) plaudono la programmazione della Pinacoteca: funziona il terzo giovedì del mese con ingresso serale a 3 euro e piace il calendario dei concerti. Il 2020 sarà l'anno di Raffaello. In occasione del cinquecentenario della morte dell'Urbinate, celebrato con una mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma, anche Milano dirà la sua: Brera ospiterà infatti un suggestivo dialogo sul tema della prospettiva tra lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, esposto nella sala 24 della Pinacoteca, e l'arte cinese.

«Sarà un confronto interessante tra il concetto rinascimentale e occidentale di spazio, così ben rappresentato dallo Sposalizio, e quello orientale, molto più fluido. Il capolavoro del Sanzio è opera fragilissima e inamovibile: mai avremmo potuto concederla in prestito per la grande mostra di Roma, ma possiamo fare qui da noi un buon approfondimento», conclude il direttore. Nel frattempo, la Pinacoteca ospita fino al 26 gennaio un ospite speciale che merita la visita: è l'Angelica e Medoro di Simone Peterzano (1535-1599), proveniente dalle Gallerie Canesso di Parigi, a confronto con la sensuale Venere, già nella collezione permanente del museo milanese. Si possono ammirare uno a accanto all'altro nella sala 25, sulla parete di sinistra, quale preludio alla mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano che si terrà dal 6 febbraio all'Accademia Carrara di Bergamo.

Peterzano, artista bergamasco, apprese a Venezia la lezione sulla luce osservando i lavori di Tiziano, Veronese e Tintoretto: giunto a Milano, ottenne subito numerose commissioni.

A lungo (e a torto) sottovalutato e offuscato dal genio di Caravaggio, Peterzano fu invece un grande interprete della pittura cinquecentesca lombarda e dello spirito riformista di San Carlo Borromeo. Il dialogo tra i suoi due quadri anticipa in una felice sinergia tra due musei della nostra regione l'ampia monografica a lui dedicata all'Accademia Carrara di Bergamo.

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