Marco Bestetti, consigliere di Forza Italia, presidente della commissione Partecipate, si avvicina il diciassettesimo corteo «No vax-No Pass». Milano non ne può più di certi abusi.
«Sì e si può ritrovare un fil rouge preoccupante fra i No vax di oggi e altri movimenti di protesta, antagonisti, che negli anni hanno sconvolto la città mettendola a ferro e fuoco».
Una protesta anti-sistema?
«Il punto non è il contenuto delle manifestazioni, anzi guardi: io dico che è legittimo assumere tutte le posizioni. Ma qui si conferma che quanto più le proteste minacciano violenze e disordini, tanto più vengono trattate col guanto di velluto. E questo non è da stato di diritto o da Paese civile».
Il punto, quindi, non è quante proteste ma quali.
«Sono contrario alle limitazioni del diritto di manifestare. Il tema è il rispetto di modalità condivise con la questura che arrechino il minor disagio possibile alle attività. Non una compressione della libertà ma il rispetto delle regole».
Una cosa nel merito la dica. Vede qualcosa di «liberale» in quelle proteste?
«Veramente io credo che non si sia niente di più liberale del Green pass, lo strumento più efficace per farci riconquistare la libertà. L'alternativa è il liberi tutti e rischia di portare a restrizioni ben più gravi. La nostra vita è stata sconvolta non dal Green pass ma dal Covid, e si tratta di scegliere il male minore. Certo, preferivo il mondo pre-Covid, ovvio, ma è successo qualcosa che ha cambiato tutto. L'alternativa al Pass è il lockdown. A meno che i No Vax non abbiano soluzioni miracolose: ci illuminino».
La Lombardia ha vaccinato tanto e bene finora.
«Sì e voglio fare un plauso alla Regione per l'organizzazione della campagna e anche ai cittadini lombardi che hanno dimostrato di essere molto responsabili, aderendo in massa. Sono particolarmente orgoglioso di essere lombardo oggi, sia per la gestione della campagna sia per questa responsabilità dei concittadini. I numeri confermano che paga e ci fa stare lontani dalle terapie intensive».
Orgoglioso anche del suo partito. E del centrodestra?
«Molto orgoglioso per la linea assunta da Fi, che ha subito inteso mettere in sicurezza il Paese, consentendogli di ripartire il prima possibile. Forza Italia anche in questa occasione ha dimostrato di essere una forza seria e di governo, non ha strizzato l'occhio alle proteste, ha guardato solo al bene del Paese e di chi lavora e produce».
Quando parla di fil rouge, a quali altre proteste pensa?
«No Expo, no canal, no global. C'è sempre qualcuno che confonde la libertà di manifestare con quella di sfasciare. Ricordo quella giornata infame, il 1° ottobre 2015, in cui la città venne messa a ferro e fuoco da orde di barbari. E le forze dell'ordine inermi. Con le dovute proporzioni, lo stesso attendismo dello Stato si vede ora, perciò chiedo di riportare la gestione dentro un perimetro di rispetto tassativo delle regole».
I centri sociali sono venuti a manifestare e a insultare anche sotto casa sua.
«Sì e non è un mistero che certe forme di protesta vengano infiltrate da frange antagoniste. I centri sociali sono più interessati alla violenza che ai principi. Allora io dico: facciamo capire che lo Stato fa lo Stato, subito, già oggi, non aspettiamo auto incendiate, feriti o peggio».
Alcune regole sono state appena introdotte. Per esempio non si potrà manifestare nei centri storici.
«Sinceramente, per me, questo non sposta nulla. Se fai sfilare non in centro ma in Buenos Aires, per esempio, non risolvi il problema dei commercianti, poi se violi le regole a Baggio non è meno grave che in piazza Duomo. Non cambia dove lo fai.
Io, da ragazzino, ho partecipato a una grande manifestazione, a Roma, nel 2006. Eravamo due milioni. La polizia non era in tenuta anti-sommossa, gli agenti chiacchieravano tranquilli e lo sa perché? Perché eravamo tantissimi ma civili e rispettosi. Non è stata gettata una sola cicca per terra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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