E adesso tutti piangono lacrime di coccodrillo

Le battaglie sull’aeroporto hanno smorzato l’espansione

Milano piange lacrime di coccodrillo. Molti oggi non ricordano, o fanno finta di non ricordare, quanto Malpensa fu osteggiata dai milanesi, a livello istituzionale e popolare. E questo provocò, alla fine di un tormentato e confuso processo normativo, il permanere della «concorrenza» di Linate, da dove le principali compagnie europee sottraggono traffico per alimentare i loro hub. Tutto ciò, tenacemente sostenuto dalle lobby straniere, è stata una delle cause dell’indebolimento di Alitalia, che in Malpensa non ha trovato occasione di sviluppo e consolidamento. Il sindaco Moratti si chiama fuori: «Allora io non avevo cariche pubbliche». Formigoni ribadisce di aver «sempre creduto in Malpensa, e di aver sostenuto le opere infrastrutturali di accesso». Ma proprio su quei collegamenti si giocò (perdendola) una partita determinante a Bruxelles.
Malpensa nel frattempo ha avuto tassi di crescita elevati: ma diversi, in termini qualitativi, da quelli voluti. Il «sistema» non ha funzionato; chi ne fa le spese oggi più di tutti è proprio Alitalia. Ieri nessuno ha nominato Air France.

Ma se è vero, come molti sostengono, che essa sarà il futuro azionista di riferimento di Alitalia, e se è vero che il piano industriale è stato «suggerito» da Parigi, per Malpensa i tempi saranno ancora più duri. E i cittadini lombardi «condannati» a transitare dall’immenso e inefficiente Charles De Gaulle.

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