La follia di Assago. Ora si indaga per trovare i buchi in cure e controlli

L'assessorato al Welfare chiede agli ospedali le relazioni sui due protagonisti degli episodi del Carrefour e di Asso. L'allarme della Società di psicofarmacologia su un settore in difficoltà

La follia di Assago. Ora si indaga per trovare i buchi in cure e controlli

Un'indagine per capire esattamente i passaggi della presa in carico dei due assassini, Andrea Tombolini 46 anni che giovedì sera ha accoltellato sei persone al Carrefour uccidendo un dipendente, Luis Fernando Ruggieri, e Antonio Milia, il brigadiere che ha ucciso sempre ieri il proprio comandante di stazione, il luogotenente Doriano Furceri. L'assessore al Welfare Letizia Moratti ha chiesto di far predisporre due relazioni per capire tutti i passaggi del percorso di cura e presa in carico, e degli eventuali «passaggi» al pronto soccorso o ricoveri nel reparti di psichiatria dei due uomini. Obiettivo: capire se ci siano state delle falle nel sistema del welfare, una sottovalutazione della situazione psicologica o se qualche passaggio sia stato saltato.

Per quanto riguarda il killer di Assago il 18 ottobre, dopo un gesto autolesivo, sarebbe stato portato al pronto soccorso del San Paolo. In quell'occasione sarebbero stati gli stessi familiari di Tombolini a chiamare i soccorsi: in preda a una crisi s'era preso a pugni in testa e in faccia. Davanti ai medici però non era riuscito a spiegare il perché di quel gesto di rabbia rivolto contro di sè. Aveva lasciato l'ospedale con una segnalazione ai servizi psichiatrici per approfondimenti. Un iter di base, a cui non avevano fatto seguito ricoveri urgenti o trattamenti sanitari obbligatori. Anche l'Asst Santi Carlo e Paolo ha avviato un'audit interna per verificare i passaggi dall'accesso al pronto soccorso e della valutazione clinica di Tombolini, elementi che sono stati forniti agli inquirenti. «Un disagio non attenzionato ma perché non aveva mai dato segnali di aggressività» ha spiegato il procuratore capo di Milano Marcello Viola. Tombolini aveva in programma una visita psichiatrica a novembre perché la famiglia lo aveva ritenuto opportuno, visti i comportamenti autolesionisti e un'ossessione per la salute.

Per quanto riguarda Antonio Milia da valutare i passaggi della riammissione in servizio (con porto d'armi) a seguito del giudizio di una Commissione medico ospedaliera, esterna all'Arma, e a fronte della documentazione medico-sanitaria di un ospedale pubblico dopo il ricovero presso il reparto di psichiatria dell'Ospedale di San Fermo della Battaglia.

In tempi non sospetti, a maggio la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia aveva lanciato l'allarme sulla salute mentale in Italia. «Il banco questa volta rischia di saltare davvero per l'impossibilità di garantire i servizi minimi in un settore in ginocchio già ben prima della pandemia, con assenza di investimenti, carenza drammatica di personale medico e un aumento del 30 per cento di diagnosi tra depressione e altre patologie psichiche causate da due anni di Covid - spiegava il copresidente Claudio Mencacci -. Gli investimenti, che sarebbero dovuti crescere almeno fino al 5 per cento del fondo sanitario nazionale, per raggiungere l'obiettivo del 10 per cento indicato in sede comunitaria per i Paesi ad alto reddito, sono tracollati dal già misero 3,5% del 2018 al 2,75% del 2020».

Ieri l'assessore Moratti ha annunciato la delibera in cui si stanziano altri «7 milioni di euro nel biennio, con un aumento del 2,5% delle rette a favore delle strutture residenziali e semiresidenziali che si occupano di sanità mentale».

Nella nostra regione si contano 150 ambulatori, 4mila posti in comunità e 800 posti letto, vengono curati 160mila adulti e 110mila bambini. «Nel 2022 abbiamo investito 25 milioni di euro su ospedali, centri diurni, comunità e centri di prevenzione» ha concluso l'assessore.

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