Milano terza città italiana per il gioco d'azzardo. Con 298 attività del settore e un record di 665 milioni 716 euro e qualche spicciolo giocati nel 2011. Dati praticamente in linea con quelli regionali, visto che in Lombardia sempre l'anno scorso sono stati stimati settecentomila «giocatori», il 54 per cento dei quali uomini e il 30 per cento donne. Un dato forse meno conosciuto è quello dei 1.400 in cura perchè affetti da una malattia definita «Gap», giuoco d'azzardo patologico. In Lombardia le aziende di settore sono diventate 741, con una crescita del 23,9 per cento, un business che fa volare le slot machine e i videopoker (aumentati sempre nel giuro di un anno addirittura del 79%) mentre ricevitorie per Superenalotto, Lotto e Totocalcio sono più che raddoppiate. Dati - e allarme - lanciato nei giorni scorsi anche dai consiglieri della Zona 4 che hanno votato una mozione contro la dipendenza da gioco d'azzardo. Ma chiedono più poteri per poter fare la propria parte.
Il parlamentino milanese fa presente che, come sottolineano anche i dati nazionali del Cnr, chi tenta la fortuna sono sempre le fasce più deboli per uscire dalla crisi: il 66% sono disoccupati, il 47% indigenti, il 56% comunque di ceto medio-basso. E «colpisce l'altissima percentuale di studenti delle scuole medie superiori, oltre un milione di giocatori nel Paese e l'11% dei minori sarebbe a rischio di dipendenza». Tra le attuali competenze che il Comune di Milano attribuisce ai consigli di zona c'è già quella di esprimere parere vincolante sull'apertura di nuove sale gioco, richieste che «la Zona 4 - puntualizzano i consiglieri nella mozione - ha quasi sempre bocciato». Ma le imprese trovano spesso il modo per aggirare il regolamento.
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