Lega mobilitata contro la censura sui referendum

Anche il governatore Fontana e i deputati del Carroccio denunciano il muro di silenzio

Lega mobilitata contro la censura sui referendum

La Lega denuncia il silenzio totale piombato sui referendum. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini, promotore dei quesiti con il Partito radicale, rinnova l'appello alle istituzioni contro la censura calata sull'appuntamento del 12. E il partito lo segue in questa campagna nella campagna.

«Bisogna abbattere il muro della censura del silenzio e dell'omertà - ha detto anche ieri Salvini - Mattarella e Draghi ricordino che c'è la possibilità di cambiare e gli italiani possono fare una storica riforma».

Al suo fianco, ieri mattina, un politico (e avvocato) che ha provato sulla sua pelle cosa significhi il giustizialismo: il governatore Attilio Fontana. «Per la prima volta nella storia di questo Paese - ha detto - si è messo il silenzio a un argomento così importante». Ne hanno parlato, Fontana e Salvini, davanti al Pirellone, sede del Consiglio regionale. E il governatore ha sottolineato proprio questo aspetto, della inedita forza di questa coltre di silenzio. «È la prima volta che succede - ha spiegato - perché ci sono stati altri referendum per i quali i leader dicevano di non andare a votare, ma comunque dando l'informazione». Secondo il governatore, adesso la cosa «è sconvolgente». «Fino a 15 giorni fa - ha constatato - non si sapeva nulla. I cittadini non sapevano che si sarebbe votato per dei referendum: è inaccettabile». «Nei nostri Comuni abbiamo bisogno di bravi sindaci - ha scritto in seguito - Tutta Italia ha bisogno della riforma della giustizia che parte con 5 Sì convinti ai referendum».

E che serva «uno shock mediatico» lo ha ribadito anche Igor Iezzi, deputato e capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali: «Tra pochi giorni - ha ricordato Iezzi - si votano i cinque quesiti referendari per cambiare la Giustizia, ma la maggioranza degli italiani non ne sa assolutamente nulla. «Doveroso, ma finora pressoché inutile - ha aggiunto - il richiamo di Agcom a tutti media a garantire una maggiore informazione». Anche Iezzi ha auspicato «contro questo silenzio», un intervento istituzionale «forte e autorevole e ciò può avvenire solo attraverso il capo dello Stato e il presidente del Consiglio».

«Chiediamo al premier Draghi di esprimersi perché quando i cittadini sono chiamati a votare, a prescindere da quale sia la loro opinione, è sempre un momento importante dell'espressione popolare» ha dichiarato anche la deputata Laura Ravetto. «La giustizia è materia di interesse comune e trasversale.

È importante che gli elettori il 12 giugno possano esprimersi con consapevolezza. Per questo il silenzio mediatico è lesivo dei loro diritti» ha spiegato la deputata Federica Zanella. «C'è bisogno della forza dei cittadini - ha sottolineato- affinché la legge sia uguale (davvero) per tutti».

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