Una mossa folle, classista e razzista». Matteo Salvini non si arrende e continua ad attaccare il sindaco Giuseppe Sala sui divieti e sulle limitazioni alla circolazione che scatteranno dal primo ottobre. Chi possiede un auto Euro 2 a benzina, o un Euro 4 o 5 diesel, non potrà più accedere in Area B: «Lasciare a piedi migliaia di lavoratori che non hanno 40mila euro per la macchina nuova dice il leader della Lega durante un punto stampa al giardino Oriana Fallaci per l'anniversario dell'11 settembre - non aiuta né l'ambiente né Milano». Ma anzi «danneggia i più deboli aggiunge e punisce chi è già in difficoltà».
Inevitabile il botta e risposta con il sindaco che sabato ha difeso una decisione «che abbiamo preso parecchio tempo fa, frutto di una riflessione profonda». Sala tira dritto, convinto che «cambiare il profilo ambientale della città» voglia dire anche «fare operazioni che possano creare difficoltà. Ma non è un mio divertimento: una parte della comunità mi chiede un ambiente diverso. Ed è anche un qualcosa che trova corrispondenza nell'azione delle grandi città europee». Con una punta d'ironia Salvini comunque lo ringrazia perché «ogni tanto dimostra apertura mentale», come sulla proposta del ministero dell'Innovazione a Milano. «Questa è una lotta che in Aula a Palazzo Marino stiamo portando avanti da gennaio», sottolinea un altro leghista, il consigliere comunale Alessandro Verri sconsolato da quanto sia «davvero difficile riuscire a ragionare con chi non vuole aiutare famiglie e commercianti che oggi sono ancor di più in ginocchio». Verri ritiene «assurdo» imporre «vincoli e limiti, bloccando auto che magari hanno cinque-sei anni di vita e che vengono utilizzate per andare a lavoro o portare in giro i figli». Il capogruppo in Consiglio di Forza Italia, Alessandro De Chirico, fa notare che «purtroppo non hanno previsto alcuna deroga, penso per esempio alle forze dell'ordine o a chi fa i turni di notte come i tramvieri o l'Amsa».
Il giudizio è impietoso, visto che «non c'è stato un minimo di attenzione da parte del Comune». Non solo nei confronti di chi si muove per lavoro e non ha grandi alternative al trasporto privato, ma anche verso «la categoria degli ambulanti che magari hanno cambiato recentemente un furgone e non hanno 70mila euro per farlo di nuovo». E gli incentivi messi in campo da Palazzo Marino con il bando da 3 milioni di euro per l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale «non sono sufficienti» secondo l'azzurro: «Se uno va a comprare una macchina elettrica osserva adesso come adesso non costa meno di 35mila euro. Se ti danno 7mila euro non è un grande aiuto». Senza parole anche l'ex «vice sindaco sceriffo» Riccardo De Corato, fino a qualche settimana fa assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia e candidato alle Politiche per la Camera con Fratelli d'Italia nell'uninominale di Rozzano: «Una roba vergognosa sentenzia ormai non sanno più cosa inventarsi. Una battaglia continua contro le auto che hanno fatto in passato anche altri sindaci di centrosinistra, come Carlo Tognoli, ma senza porcherie come questa».
Per De Corato altro non è che la conseguenza «dell'investitura green che Sala si vuole dare», peccato, però, che «poi i Verdi infilza il dito nella piaga l'esponente di Fdi lo bastonino tutti i giorni con Carlo Monguzzi».
Il ricambio delle macchine «non lo si può imporre con queste delibere che possono incidere sui bilanci familiari», soprattutto in un periodo «già molto difficile per le bollette. Non era proprio il momento giusto per mettersi a dare delle stangate».
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