Ventinove consiglieri presenti, ventinove a favore. La mozione «numero 1» del 2021, depositata dal presidente Pd del Municipio 1 Fabio Arrigoni, ha incassato il voto pieno e bipartisan del Parlamentino e si traduce in una bocciatura della giunta Sala sui sostegni (scarsi) ai commercianti della Galleria e degli altri immobili comunali in centro con bilanci in profondo rosso a causa della pandemia. Il documento si approvato dal Consiglio di zona riguarda i «provvedimenti relativi alle locazioni e concessioni degli immobili demaniali che hanno subito limitazioni di attività nel periodo di emergenza sanitaria». Chiede a sindaco e giunta di concedere ai titolari dei beni in concessione che ne facciano richiesta la possibilità di allungare l'affitto la scadenza dei contratti «per un periodo pari o proporzionale» ai giorni in cui, per effetto delle restrizioni anti Covid, non hanno potuto godere dell'immobile o solo in forma limitata. E chiede di rinegoziare gli affitti, «attraverso un confronto con i sindacati inquilini e le organizzazioni del commercio e dell'artigianato», anche se fin qui l'assessore al Bilancio Roberto Tasca ha sempre risposto picche alle richieste del centrodestra, di Confcommercio e dell'associazione «il Salotto». Concedere sconti, è la linea di difesa della giunta, esporrebbe il Comune alla Corte dei Conti. La mozione presta invece attenzione non solo ai commercianti ma anche ad associazioni culturali, sociali, sportive, e non si limita alla Galleria. Basti pensare alla Casa degli artisti inaugurata in corso Garibaldi a fine 2019 e già a rischio default. O a locali come l'«Osteria al 29» di corso Magenta sotto sfratto. Nel periodo di emergenza sanitaria molti negozi, bar e ristoranti che hanno spazi comunali in affitto hanno subito perdite economiche a causa delle restrizioni, ora «la prosecuzione delle attività è a rischio, con effetti sui quartieri». Il Municipio sottolinea che per rivedere le regole contrattuali ci si può appellare alla «causa di forza maggiore», cita una sentenza della Corte di Cassazione dell'8 luglio 2020 in materia, che fa riferimento (tra l'altro) ai danni economici provocati non solo dall'inutilizzo degli spazio ma ad «aumenti smisurati dei costi di produzione o approvvigionamento di materie e servizi» e al «principio di solidarietà». La mozione Pd-centrodestra ricorda che molti soggetti privati hanno rinegoziato i contratti facendo propri i principi di solidarietà e buona fede che «non sono estranei ma anzi si ritengono rafforzati per l'ente pubblico», il Comune ha «giustamente» dilazionato i termini di pagamento degli affitti per alleviare la crisi ma «è opportuno un ulteriore intervento», e quindi «appare equo» concedere la possibilità di allungare il contratto alla scadenza del termine per un periodo uguale o in proporzione ai periodi di lockdown e restrizioni e ridurre il canone, come stanno facendo immobiliari e titolari privati, anche perchè gli inquilini del Comune «potrebbero risultare penalizzati», e paradossalmente lo sono già. E rimanendo in tema Galleria, la giunta comunale ha votato la costituzione in giudizio davanti al Tar per resistere al ricorso del negozio storico di souvenir «Algani», a cui il Comune ha rifiutato non solo il rinnovo automatico ma la partecipazione al prossimo bando, perchè dopo 93 anni cambierà anche la destinazione d'uso del locale che si affaccia su piazza Scala.
Il negozio ha già ottenuto la sospensiva della delibera comunale che ha fissato le nuove linee guida e la lista degli inquilini a cui è concesso il rinnovo automatico, ma ora la battaglia entra nel merito.Tra i settori travolti dalla pandemia c'è ovviamente quello del turismo e i 30mila lavoratori del settore sono preoccupati, oggi alle 10.30 manifesteranno in piazza Duomo.
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