Il Salone dell'auto è nato qui

Il Salone dell'auto è nato qui

L'annuncio ufficiale arriverà venerdì, ma ormai è certo che Milano a partire dal prossimo anno avrà di nuovo il suo Salone dell'Automobile. Bologna, dove, dopo 37 anni, ci si avvia a trascorrere il primo mese di dicembre senza quel rombo di migliaia di cavalli che giungeva dall'area 48 della Fiera attirando - negli anni migliori, anche oltre un milione di appassionat -, le istituzioni (che, a parte BolognaFiere, ovviamente, non hanno mai dimostrato di apprezzare la grande kermesse dei motori, a malapena tollerata) gridano alla rapina arrivando a chiedere niente meno che l'intervento del ministro delle Sviluppo Flavio Zanonato per assicurare al capoluogo felsineo le future edizioni del Motor Show. Eppure Alfredo Cazzola, vero creatore del fenomeno Motor Show con la sua Promotor, non farà altro che riportare un salone italiano dell'auto nella città dove si tenne, nel 1920, la prima esposizione di automobili definita «salone». Prima di allora, prima della Grande Guerra e nei decenni eroici delle quattro ruote, tante erano state le mostre e le esposizioni organizzate fra Milano e Torino, ma per nessuna era mai stato usato l'impegnativo termine «salone».
Ospitata all'interno della Fiera Campionaria del capoluogo lombardo, un evento simbolo del progresso industriale dell'Italia capace di attirare espositori e visitatori stranieri, la rassegna motoristica ottenne nel 1928 la qualifica di «internazionale», una patente rilasciata dal Bureau des Constructeurs d'Automobiles poi attribuita al salone di Torino (subentrata a Milano dopo la parentesi bellica) e, scomparso questo nel 2002, riconosciuta al Motor Show con cadenza biennale. Il ritorno alle origini, poi, è duplice perché non sarà la struttura fieristica di Rho ad accogliere nel 2014 il salone di Cazzola, ma il vecchio quartiere fieristico dove per decenni si è svolta la Campionaria. Per il 2014 è atteso il più volte rimandato rilancio del marchio Alfa Romeo attraverso il primo di una nuova gamma di modelli e con lo sbarco del Biscione negli Stati Uniti con la formidabile 4C, e un nuovo salone a Milano potrebbe essere l'inizio della rivalutazione di luoghi simbolo della Casa del Portello come il Museo di Arese. Le premesse, perché Bologna Fiere, e la città, debbano rassegnarsi a perdere il salone (non potrà chiamarsi Motor Show perché il marchio è di proprietà di Bologna Fiere), sono concrete, perché la minaccia di organizzare con Gl events, colosso fieristico francese subentrato a Alfredo Cazzola nel 2007, un Motor Show a Bologna nel 2014 è difficile da prendere sul serio vista la posizione delle Case automobilistiche tenuta nei confronti dell'edizione cancellata quest'anno, un'indisponibilità ad investire somme importanti in un unico evento con la quale anche Cazzola, comunque, dovrà confrontarsi ricorrendo alla straordinaria creatività che non gli è mai mancata.

La politica, questa volta, potrà fare ben poco e ancor meno potranno le lotte di campanile, perché la scelta di Fiera Milano, come ha confermato l'ad Enrico Pazzali, risponde prima di tutto a criteri economici che, questa volta, coincidono con la passione di centinaia di migliaia di italiani che riavranno il loro salone.

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