Scuole nel caos: da gestire solo a Milano 113mila domande per 12mila cattedre

Cosa è successo dall'inizio di settembre tra norme nuove, rinunce ed errori nei form

Scuole nel caos: da gestire solo a Milano 113mila domande per 12mila cattedre

Il sistema informatico che si blocca? L'algoritmo che fa le nomine? Pura fantascienza: all'Ufficio Scolastico Territoriale di Milano lavora una squadra di persone, dalle 8 alle 20 tutti i giorni, sabato e domenica compresi, per cercare di mettere insieme le 113mila domande arrivate per 12mila cattedre vacanti nella sola provincia. Tanto per dare un'idea della mole di lavoro che i dipendenti di via Soderini stanno affrontando, basti dire che regioni come l'Emilia Romagna, Lazio, Sicilia e Veneto hanno lo stesso numero di domande di Milano. Stiamo parlando degli incarichi a tempo determinato considerando sia il sostegno che gli insegnamenti di materia, in tutti gli ordini.

Cos'è cambiato? L'accentramento delle graduatorie sugli Uffici scolastici provinciali, le cosiddette GPS, che di fatto esautora le scuole dalla possibilità di pescare in autonomia dalle proprie graduatorie. Gestire 113mila domande è piuttosto complesso se si considera che è necessario incrociare i punteggi che vengono assegnati dal sistema SIDI del Ministero, le preferenze indicate dagli insegnanti e i posti o le ore di supplenza da coprire.

Quest'anno, inoltre, le graduatorie si basano sulla semplice autocertificazione: l'aspirante insegnante elenca, compilando il form sul programma SIDI, i propri titoli di studio senza dover fornire alcuna prova, mentre in passato depositava alla segreteria della scuola «capofila» i documenti. Il che ha comportato per gli uffici provinciali un ulteriore lavoro di controllo, che a Milano, è stato fatto scorrendo una per una le autocertificazioni. Inutile dire che decine e decine sono risultate inventate o non comprovate dalle carte. Non solo, gli aspiranti supplenti, alle prese con un sistema nuovo e macchinoso, si sono trovati a commettere errori nella compilazione della domanda, in buona fede. Risultato? Il 4 settembre in via Soderini erano pronti a pubblicare le graduatorie, ma si è sovrapposto un problema con 700 domande per l'insegnamento di musica. Il 7 settembre, «puliti» i file, l'ufficio era nuovamente pronto, ma l'accordo stretto con i sindacati ha fatto sì che si concedessero agli insegnanti cinque giorni di tempo per presentare le richieste di correzione. Ne sono arrivate 4mila, pari al 2,6 per cento del totale, a dimostrazione del buon lavoro fatto (in altre province è arrivato anche l'80 per cento di richieste). Modifiche che comportano preziosi punti persi in graduatoria. Recepite le correzioni, il 18 settembre sono state pubblicate le graduatorie infanzia e primaria, il 26 settembre le graduatorie delle superiori.

Secondo «step» le nomine che vengono fatte scorrendo 7000 nominativi per 1500 cattedre nella scuola primaria: da incrociare le scelte dei prof con le materie di insegnamento e il grado.

A complicare il quadro le rinunce, le rinunce delle rinunce, la mancata presentazione alla chiamata, i ricorsi, la norma che «permuta» tre anni di sostegno con una cattedra di ruolo: in molti hanno rinunciato agli insegnamenti per il sostegno, a graduatorie fatte, come «investimento» per il futuro. Il puzzle è servito. Molto probabilmente mercoledì ogni tessera andrà finalmente al suo posto.

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