Terrorismo: "Pronto a gesto eclatante"

È un tunisino di 41 anni di Vimercate. Sono 26 i rimpatriati da inizio anno

Terrorismo: "Pronto a gesto eclatante"

Un tunisino 41enne è stato espulso dal territorio italiano per motivi di sicurezza nazionale. Si tratta del ventiseiesimo allontanamento da inizio anno, mentre dal primo gennaio 2015 salgono a quota 263, i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso e per i quali è stata disposta l'espulsione con accompagnamento nel proprio Paese.

Lo straniero, residente a Vimercate (Monza-Brianza) avrebbe avuto contatti con un suo connazionale foreign fighter, localizzato in Siria, verso il quale ha esternato sentimenti di odio verso l'Italia e proprio per questo la sua disponibilità nel voler compiere un gesto eclatante.

Sulla base delle informazioni, raccolte dagli investigatori della Digos di Milano il tunisino era già stato espulso nel 2015 con un provvedimento del ministero dell'Interno emesso sempre per motivi di sicurezza. Senonché il 24 giugno scorso, è stato individuato nel tentativo di rientrare in Italia dalla frontiera dell'isola di Linosa, insieme ad altri migranti tra cui un connazionale, anch'esso espulso per i medesimi motivi. Il tunisino, nell'occasione, è stato individuato e arrestato, dovendo anche scontare una pena di 7 mesi e 28 giorni per furto aggravato e produzione di sostanze stupefacenti. Scontata la pena, lo straniero è stato accompagnato al Centro per rimpatri di Torino e quindi fatto rientrare, prima con volo decollato dalla frontiera aerea di Palermo e in seguito con un successivo volo, diretto ad Hammamet.

Risale invece allo scorso fine settimana l'arresto di un 29enne albanese, avvenuto a Pese, sul Carso triestino, per violazione del provvedimento di espulsione. L'uomo è stato identificato a bordo di un autobus di linea albanese nell'ambito di un consueto controllo. Dagli accertamenti sull'identità dei passeggeri, effettuati dagli agenti di polizia di frontiera, è emerso che l'uomo era stato espulso dall'Italia nel 2016 dalla prefettura di Milano con divieto di reingresso, valido per cinque anni.

L'albanese, però, contravvenendo alle disposizioni emesse nei suoi confronti, ha pensato bene di rientrare in Italia anticipatamente senza la speciale autorizzazione ministeriale. L'uomo si trova ora nel carcere triestino di via del Coroneo a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

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