Agatha Christie non ha mai nascosto in vita di amare molto il personaggio di Miss Jane Marple. Quando pensò di costruirlo lo fece perché si era accorta che pochi scrittori avevano dedicato pagine interessanti di letteratura a quelle donne di una certa età rimaste nubili o diventate vedove che, nei piccoli paesini d'Inghilterra, non passano tutto il tempo solo a ricamare, fare pizzi e bere il tè ma sono delle acute osservatrici della società che le circonda: custodi di segreti che gli altri non saprebbero neanche intuire e quindi per questo abili investigatrici, capaci di rivaleggiare con il miglior poliziotto di Scotland Yard. Miss Marple apparve per la prima volta nel dicembre del 1927 in un racconto intitolato Un'idea geniale, pubblicato sulle pagine di The Royal Magazine. Poi la Christie per dare «voce chiara alle vecchie zitelle» le dedicò il primo romanzo, La morte nel villaggio (1930), al quale ne seguirono altri undici, assieme a varie raccolte di racconti ambientate nel piccolo borgo di St. Mary Mead. Alcuni anni prima di morire la grande scrittrice inglese preparò anche Addio, Miss Marple, destinato ad uscire postumo nel 1976.
A quasi cinquant'anni da quella data, dodici scrittrici di bestseller internazionali hanno deciso di misurarsi con quel personaggio costruendo un'antologia che segue il canone originale e che è anche molto divertente. Si intitola: Miss Marple. Dodici nuovi misteri (Mondadori, pagg. 312, euro 20). Anzitutto, le autrici coinvolte non sono state soggette alla mania del politically correct che di recente ha coinvolto le opere della Christie, comportando correzioni ed epurazioni dei testi originali, e questo ha lasciato loro la possibilità di fare un giusto uso della cattiveria e dello humour per raccontare come il male possa nascondersi in persone insospettabili. Inoltre le scrittrici si divertono a ricostruire nei dettagli St. Mary Mead e si permettono anche di portare in giro Miss Jane Marple in luoghi dove prima era difficile spostarla. Per questo possiamo vederla spiare il palcoscenico di Broadway, imbarcarsi su un transatlantico per Hong Kong e persino regalarsi una vacanza in Italia. Tutti questi spostamenti evidenziano la passione per i viaggi di Agatha Christie, che spesso utilizzò le sue conoscenze di certi luoghi esotici e singolari per mandarci in gita Hercule Poirot. D'altra parte un altro inside joke applicato dalle scrittrici che hanno partecipato all'operazione Miss Marple. Dodici nuovi misteri è quello di aver maggiormente evidenziato il rapporto sentimentale fra la Christie e il suo personaggio e l'aver potuto giocare con storie veramente accadute alla scrittrice.
Già dal titolo del primo racconto, Il male nei posti piccoli di Lucy Foley ci accorgiamo che l'operazione non è solo nostalgica e funziona davvero. Fin da quando Miss Marple, nonostante l'avanzata età, ci viene descritta «dai modi scattanti come un uccellino, lo sguardo vivace e indagatore, la sensazione di un'intelligenza pacata, forse addirittura formidabile». Miss Marple si chiede esplicitamente in compagnia della sua ex compagna di scuola Prudence «se non ci sia una concentrazione di male nei posti piccoli». E il suo ragionamento non fa una grinza, neanche ai nostri giorni: «Sappiamo che nelle città e nei paesi grandi si registrano molti reati. I giornali fanno di tutto per accertarsi che non ci sfugga un singolo dettaglio raccapricciante. Ma mi domando se non succedano più cose terribili nei villaggi e nelle frazioncine d'Inghilterra che non nelle sue metropoli». Prudence vorrebbe sostenere che Meon Maltravers, dove è venuta a trovarla l'amica, è un paese tranquillissimo dove non succede mai nulla. Ma i fatti la smentiranno e quindi dovrà suo malgrado accettare la teoria di Miss Marple secondo cui nei piccoli paesini «tutti sanno tutto di tutti e questo è parte del problema, ne deriva una sorta di equivoco e risentimento. E poi c'è la noia, va considerata anche quella. Niente cinema, teatri, ristoranti per salvare la gente dalla monotonia. Le azioni terribili probabilmente vengono commesse per la semplice mancanza di cose da fare». E non sarà solo l'accoltellamento descritto in quella storia a confermare i suoi ragionamenti ma anche i successivi avvelenamenti che spesso affiorano negli altri racconti. Ne La seconda morte nel villaggio di Val McDermid fin dalla prima riga si evidenzia che «un omicidio commesso nella tua canonica è spiacevole; un secondo sembra decisamente un segno di negligenza, o peggio».
Nelle dodici nuove inchieste di Miss Marple si può essere uccisi in cucina ma anche all'interno di un prestigioso college, oppure a bordo di una nave o fra le pareti di una bellissima villa della Campania. Semplici zuffe possono trasformarsi in risse ed accoltellamenti e storie di corna possono fare covare odii insanabili capaci di scatenare attitudini omicide anche a distanza di anni. Nella pura tradizione inglese è stato inserito anche il racconto Il Natale di Miss Marple, scritto con cura da Ruth Ware, dove la passione per quella festa dell'anziana investigatrice nasconde le stesse emozioni che provava la sua creatrice: «Nessun Natale moderno sarebbe stato all'altezza dei Natali della sua giovinezza... Il Natale durante l'infanzia di Miss Marple era fatto di un bel fuoco vivo nel camino, calze piene di dolci, noci e ninnoli, castagne scoppiettanti, e una cena degna della corte di Enrico VIII, con lombata, prosciutto e tacchino, patate arrosto e lesse, e non una ma due porzioni di pudding natalizio». Leggendo poi L'Imperatrice di Giada di Jean Kwok si accende ulteriore magia seguendo i valzer ballati da Miss Marple a bordo di una nave dove molti cercano di dimenticare il passato per inseguire l'elisir di lunga vita.
E se nel racconto l'arzilla e impertinente vecchietta decide di imparare tai chi in un parco di Hong Kong, nella realtà la Christie mostrò una vera passione per lo sport, giocando a tennis, andando in bicicletta, nuotando e persino surfando con la tavola di legno in Sudafrica e alle Hawaii.
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