Non è terrorismo, o comunque ufficialmente non si indaga per terrorismo: quanto accaduto sabato a Lione, nonostante le prime dichiarazioni rese dall’autore del gesto, non è classificato come atto terroristico.
Nella stazione metro di Villeurbane, come si ricorderà, un cittadino afghano accoltella alcuni passanti nei pressi dell'ingresso: si contano feriti, ma risulta purtroppo anche un morto. Si tratta di un ragazzo di 19 anni, il quale perde la vita a seguito delle ferite riportate nel corso dell’attacco da parte dell’autore del gesto.
L’assalitore, fermato dai passanti, subito dopo viene arrestato dalla Polizia. Gli agenti informano del fatto la procura anti terrorismo ma, come detto prima, l’indagine avviata è per omicidio e tentato omicidio plurimo. Dunque l’inchiesta appare coordinata dalla procura ordinaria, si indaga per omicidio e non per atto terroristico.
Portato in carcere, il cittadino afghano autore del gesto, secondo quanto trapelato da Afp, avrebbe parzialmente riconosciuto i fatti di cui è accusato.
In particolare, sembra che il giovane, di circa trent’anni, avrebbe dichiarato di aver agito dopo aver sentito delle voci che gli impongono di compiere il gesto: “Ha dichiarato – si legge nello specifico – Di aver dato retta a delle voci che prima insultavano Dio e che poi gli hanno dato l’ordine di uccidere”.
Inoltre, nelle sue dichiarazioni ritenute “confuse ed incoerenti”, il ragazzo afghano avrebbe anche affermato di aver agito contro chi non legge il Corano. Non si sa se, prima di accoltellare le sue vittime, l’autore del gesto ha chiesto o meno versetti del testo sacro dei musulmani come prova, di certo questa dichiarazione se confermata dona all’attacco anche una matrice religiosa.
Un possibile movente che, però, come detto non viene ritenuto in grado di far partire un’indagine per terrorismo e dunque di catalogare l’atto come attacco terrorista.
Dell’autore del gesto peraltro si sa che, oltre ad essere di nazionalità afghana, risulta richiedente asilo senza precedenti penali. L’uomo quindi non è conosciuto alle forze dell’ordine prima del gesto, né tanto meno risulta seguito dalle forze di sicurezza per possibili contatti con ambienti radicalizzati.
Forse anche per questo l’attacco di Lione non è considerato terroristico ma, al contrario, un episodio di cronaca terminato con la triste notizia della morte di un ragazzo di 19 anni. L’inchiesta va comunque avanti e nelle scorse ore vengono sentiti diversi testimoni.
A Lione intanto si spera che gli otto feriti tutti possano tornare quanto prima a casa.
In città, dopo l’attacco di ieri, per diverse ore il clima viene descritto come tetro: molta la paura tra i cittadini, del resto non è la prima volta che in Francia si assiste ad un cosiddetto “attacco all’arma bianca”, azioni cioè compiute singolarmente contro passanti usando semplici coltelli.A febbraio a Marsiglia un uomo ha accoltellato quattro persone in pieno centro, a Parigi negli anni passati sono diversi gli episodi che vedono loro malgrado coinvolti i passanti.
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