Il nuovo governo francese guidato dal premier Jena Castex non ha fatto neanche in tempo a insediarsi che già viene colpito da uno scandalo, di natura sessuale e in cui sarebbe implicato Gérald Darmanin, neoministro dell’Interno. Quest’ultimo, con un passato da sindaco e da stretto collaboratore di Nicolas Sarkozy, è infatti attualmente sotto inchiesta con l’accusa di avere violentato una donna nel 2009. La presunta vittima delle molestie, Sophie Patterson-Spatz, afferma appunto che Darmanin avrebbe abusato di lei nel giorno in cui la stessa gli aveva chiesto un parere legale.
Nel dettaglio, la Patterson-Spatz ricostruisce la vicenda evidenziando che, nell’anno in cui avrebbe subito le molestie, lei lavorava nel dipartimento Affari legali del partito gollista Ump, mentre Darmanin era un attivista conosciuto esclusivamente a livello locale, coinvolto principalmente nelle questioni politiche del nord della Francia.
L’occasione del presunto stupro sarebbe stato un incontro avvenuto allora tra la donna e il sospetto predatore sessuale, con la Patterson-Spatz che intendeva domandare a quest’ultimo un parere legale circa una causa penale per tentata estorsione.
Sulla scabrosa vicenda, altamente compromettente per Darmanin, sarebbe in seguito calato un lungo silenzio, terminato nel 2017, con le prime indagini sulle accuse avanzate dalla sedicente vittima.
Tuttavia, i magistrati avrebbero rapidamente provveduto ad archiviare il caso, sostenendo l’impossibilità di accertare se il rapporto sessuale intercorso tra i due fosse o meno coartato.
I legali dell’imputato avevano, per tutta la durata degli accertamenti, ribadito con forza che la fugace relazione intima tra i due fosse pienamente consensuale e che la Patterson-Spatz puntasse solo a infangare la reputazione di Darmanin, all’epoca asceso ai massimi livelli di governo ricoprendo l’incarico di ministro macroniano dei Conti pubblici.
In seguito all’archiviazione del 2017, vi sarebbero stati numerosi ricorsi e controricorsi promossi dalla presunta vittima di abusi, fino a che, il mese scorso, la Corte d’appello di Parigi non decideva di riaprire il caso.
La sentenza favorevole adottata ultimamente ha quindi spinto l’avvocato della Patterson-Spatz, Elodie Tuaillon-Hibon, a lanciare strali contro la nomina dell’imputato Darmanin a ministro dell’Interno. Ad avviso della legale, sarebbe infatti palesemente inopportuno che un presunto predatore sessuale sia il capo dei poliziotti e degli investigatori che lo dovranno interrogare su quanto avvenuto nel 2009.
La presenza del chiacchierato Darmanin nel nuovo governo Castex è stata contestata anche dalla femminista francese Caroline De Haas, secondo cui Macron, nominando ministro il politico incriminato, avrebbe sfacciatamente intimato alle donne vittime di violenze di "tacere".
En nommant à la tête de l’institution censée recueillir les plaintes des femmes victimes, Gérald Darmanin, visé par une enquête pour un crime sexuel, Emmanuel Macron dit aux femmes de se taire.
— Caroline De Haas (@carolinedehaas) July 7, 2020
Dall’Eliseo sono però ultimamente filtrate convinte prese di posizione a difesa di Darmanin, che hanno bollato l’inchiesta a carico di quest’ultimo come non ostativa alla sua designazione quale membro dell’esecutivo.
Gabriel Attal, portavoce del governo di Parigi, ha in seguito ribadito il sostegno delle autorità transalpine nei riguardi del politico sotto indagine affermando che il neoministro ha diritto alla presunzione di innocenza. Al fianco del nuovo titolare dell’Interno si è inoltre schierato il suo predecessore Christophe Castaner.
In realtà, non è la prima
volta che Darmanin viene indiziato di stupro, in quanto contro di lui è stata già avanzata l’accusa di avere preteso, tra il 2014 e il 2017, favori sessuali da una donna, nel periodo in cui egli era sindaco di Tourcoing.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.