Tra gli oligarchi russi più famosi c'è sicuramente Roman Abramovich, patron del Chelsea, celebre squadra di calcio londinese vincitrice di due Champions League. Nei giorni scorsi Abramovich ha lasciato la gestione del club alla fondazione benefica del club. Con un patrimonio stimato 13,6 miliardi di dollari, il miliardario acquistò la squadra dei Blues sborsando 190 milioni di dollari nel 2003, ora il club è valutato circa 3,2 miliardi. Considerato molto vicino a Putin, Abramovich ha fatto il passo indietro per evitare il rischio che eventuale ritorsioni politiche legate alla guerra in Ucraina possano danneggiare la squadra. Lui stesso ha chiarito che la scelta l'ha presa "per il bene del club".
Nel 2018 chiese e ottenne il passaporto israeliano, dopo che il Regno Unito aveva deciso di non rinnovargli il permesso di soggiorno. Presentò formale richiesta all'ambasciata di Israele a Mosca, portando con sé tutti i documenti necessari, in virtù della "Legge del ritorno". Risiede in un grande edificio, a Tel Aviv, che in precedenza era un hotel. Ma perché Londra gli aveva voltato le spalle? Essenzialmente per colpa delle tensioni fortissime legate al caso Skripal, l'ex spia russa (divenuto cittadino britannico) avvelenato insieme alla figlia. Ne seguì un fortissimo polverone con l'allontanamento di 23 diplomatici russi dall'Inghilterra, e l'ostilità nei confronti anche del magnate russo.
Ora sembra che Abramovich si è ritagliato una posizione di mediatore in una delle crisi più gravi degli ultimi decenni. C'è anche lui, come scrive il Jerusalem Post, ai colloqui in Bielorussia tra russi e ucraini. Lo avrebbero richiesto questi ultimi. Nei giorni scorsi Abramovich si era espresso pubblicamente sulla gravità della situazione in Ucraina, auspicando che lo scontro armato potesse cessare al più presto. E il suo club, come gli altri, è stato molto attivo, sui canali social, con messaggi di pace e solidarietà verso il popolo ucraino.
È stato Alexander Rodnyansky, produttore cinematografico ucraino vicino al presidente Volodymyr Zelensky, a rivelare che alcuni funzionari del governo di Kiev avrebbero contattato lui e altri membri della comunità ebraica russa per chiedere un intervento atto a risolvere il conflitto in corso. Rodnyansky ha altresì spiegato che Abramovich era l'unica persona, tra i suoi conoscenti russi, ad aver accettato la richiesta ucraina.
Ed ha così concluso: "Non so se ci sarà un impatto, ma sappiamo che lo staff di Zelensky e io vengo dall'Ucraina e sono grati per gli sforzi".Dall'entourage di Abramovich non hanno voluto commentare la notizia, confermando soltanto che il magnate russo è stato avvicinato dai funzionari ucraini.
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