Secondo quanto riferito da uno dei tre soldati russi che avrebbero deciso di cambiare bandiera e combattere tra le file dell'esercito ucraino, ci sarebbero centinaia di altri connazionali disposti a disertare.
Un annuncio per il quale Interfax Ucraina ha voluto allestire un punto stampa ad hoc, così da conferire maggiore visibilità alla notizia."Ho saputo che nelle ultime 24 ore ci sono state 300 richieste per entrare nella nostra legione", ha riferito il presunto militare russo che sarebbe ora disposto a combattere per Volodymyr Zelensky. Il gruppo a cui fa riferimento l'uomo sarebbe la cosiddetta "Legione della Russia libera", nata, stando a quanto dichiarato durante la conferenza, "per combattere il regime di Putin". Solo uno dei tre soldati giunti dinanzi alle telecamere ha scelto di parlare, facendosi portavoce anche dei presunti commilitoni.
Nessuno degli uomini intervistati dall'agenzia di stampa di Kiev, presentatisi col volto incappucciato, ha rivelato il proprio nome o quello della brigata di appartenenza, nè ha voluto fornire informazioni relative alle circostanze in cui sarebbe avvenuto il cambio di schieramento. Questo, spiega il portavoce, per non compromettere "la sicurezza nostra e delle nostre famiglie rimaste in Russia, senza la possibilità di andarsene. Se parliamo, i nostri parenti saranno perseguitati".
Nessuna informazione, peraltro, è stata fornita circa il numero di membri che farebbero parte della cosiddetta "Legione della Russia libera". L'uomo ha dichiarato che sarebbero "tanti" e che si tratterebbe di "militari ed ex militari e cittadini russi e non solo, come bielorussi".
Il militare ha successivamente rivolto un appello "a tutti i cittadini e ai soldati russi". "Unitevi a noi per combattere il regime di Putin", ha esortato l'intervistato, "in Russia ci sono ancora persone coscienziose. Che ci aiutino a spodestare Putin". In carcere i tre avrebbero visto"i massacri che Putin ha commesso per mano dei soldati russi", e sarebbe stata questa la motivazione alla base della scelta di disertare e sposare la causa ucraina.
Riprendere le armi in mano e tornare sul campo di battaglia sarebbe il modo giusto per perseguire l'obiettivo di "fermare la morte dei civili", dato che, ha concluso il soldato, "prima finisce la guerra, meno vittime ci saranno da entrambi i lati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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