Il nome proposto dall’Eliseo per la Commissione europea è quello di una donna, in linea con quanto chiesto dalla presidente Ursula Von Der Leyen per assicurare le pari opportunità tra i 27 delegati degli Stati membri.
Sarà quindi l’ex ministro della Difesa francese, Sylvie Goulard a rappresentare la Francia a Bruxelles. Cinquantaquattro anni, europeista convinta, è stata eletta al Parlamento europeo nel 2009 con il Movimento Democratico. Nel 2016 passa con il partito del presidente Emmanuel Macron, che una volta al governo la nomina ministro. All’Hotel de Brienne, però, la Goulard resta soltanto un mese. Il 20 giugno del 2017, infatti, è costretta a dimettersi per uno scandalo sull’utilizzo dei fondi per gli assistenti al Parlamento europeo che coinvolge il suo vecchio partito e all’inizio del 2018 viene nominata vice governatore della Banca centrale francese.
Per l’Eliseo “ha le capacità per svolgere un ruolo importante nella Commissione”, anche grazie ad “un'esperienza europea riconosciuta”. Parigi, quindi, punta in alto con la candidatura di una strenua sostenitrice dell’integrazione comunitaria, che dal 2001 al 2004 affiancò l’allora commissario Romano Prodi come consigliera politica e che nel suo curriculum annovera anche la scrittura di un libro sull’europeismo con l’ex premier italiano Mario Monti. “La democrazia in Europa”, è il titolo del volume, che invita a riflettere sulla necessità per gli Stati di cedere parte della propria sovranità nazionale in nome di un progetto comune.
Una personalità, la sua, in linea con l’agenda presentata lo scorso luglio a Strasburgo dalla presidente della Commissione e con la quale Macron, tra i fautori dell’elezione della Von der Leyen, spera di ottenere un portafoglio di peso. L'impegno della Goulard "è stato indiscutibile negli ultimi 20 anni", precisano, infatti, da Parigi, sottolineando "la sua padronanza delle materie economiche e finanziarie, oltre a quelle della difesa", unita alla conoscenza di tre lingue europee.
Lunedì scorso l’ex ministro della Difesa tedesco ha dato il via ai colloqui per approfondire le competenze dei delegati designati dai singoli Stati e pensare all’attribuzione dei ruoli in vista della deadline per la formazione della squadra il 1 novembre prossimo, quando la Commissione entrerà in carica. Con la nomina arrivata da Parigi, quindi, a mancare all’appello resta soltanto l’Italia, a cui da Bruxelles hanno concesso tempo a causa della crisi politica in corso. Ma bisognerà fare in fretta, altrimenti il nostro Paese dovrà accontentarsi delle briciole.
“Prima vengono nominati i candidati meglio è, perché i candidati possono già incontrare la presidente e lei potrà
riflettere sull'attribuzione dei portafogli”, ha ricordato in proposito la portavoce della Commissione europea Mina Andreeva lo scorso 26 agosto, nel giorno della scadenza indicativa dei termini per la presentazione dei candidati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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