Il Congresso degli Stati Uniti ordina alla Missile Defense Agency di sviluppare uno scudo missilistico orbitale con primo test operativo previsto entro e non oltre la fine del 2022. La griglia orbitale sarà focalizzata a livello regionale: i laser saranno posizionati per rispondere alle minacce provenienti da una specifica parte del mondo come l'area intorno all'Iran o alla Corea del Nord.
“L'obiettivo per il sistema spaziale è di raggiungere una capacità operativa entro la prima data possibile. Lo scudo missilistico sarà configurato per distruggere gli ICBM nemici durante la loro fase di spinta”.
L’intercettazione dei missili balistici intercontinentali durante la fase di spinta garantisce un ulteriore capacità deterrente poiché il carico utile (nucleare, chimico e biologico) precipiterebbe sul paese che lo ha lanciato.
La revisione della National Defense Authorization Act arriverà alla Camera nelle prossime ore per essere poi votata dal Senato entro la prossima settimana. Il budget per la spesa militare richiesto dell’amministrazione Trump per l’anno fiscale 2019 ammonta a 716 miliardi di dollari.
Scudo missilistico: Il Congresso degli Stati Uniti smentisce i suoi esperti
Lo scorso dicembre il Congresso degli Stati Uniti chiese al Pentagono di validare la possibilità di collocare nello spazio una costellazione armata in grado di fornire una difesa contro i missili balistici intercontinentali nella fase di spinta. Il Congresso degli Stati Uniti chiese ufficialmente al Pentagono la fattibilità di uno scudo missilistico orbitale (il Brilliant Pebbles era già stato proposto durante l’amministrazione di George H. W. Bush), inserendo la voce nel National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 2019. Nell'ambito della Strategic Defense Initiative, Brilliant Pebbles prevedeva una griglia di difesa formata da migliaia di piccoli intercettori collocati in orbite sovrapposte. Gli intercettori avrebbero colpito le testate dei missili balistici intercontinentali dell’Unione Sovietica prima del rilascio del carico utile (MIRV).
Bad Ideas in National Security
Il rapporto del Center for Strategic and International Studies sulla griglia spaziale, denominato proprio Bad Ideas in National Security, spiega bene le criticità di un tale asset di difesa.
“Da un punto di vista politico, le conseguenze di un sistema di intercettazione missilistica spaziale sarebbero preoccupanti. Un tale asset sarebbe visto come una chiara militarizzazione dello spazio. La difesa contro un attacco missilistico durante la fase di spinta è generalmente quella preferita, ma intercettori spaziali e basati a terra devono affrontare le medesima sfide: essere abbastanza vicini all’ICBM nemico".
Nella Boost Phase Intercept, l’intercettazione del missile avviene nella fase iniziale di spinta ed accelerazione, nei secondi in cui l’ICBM è facilmente rilevabile dai sensori infrarossi e non ha ancora attivato le contromisure destinate alle testate in rientro. Il problema con la fase di spinta è che le difese devono reagire molto rapidamente. Ciò significa che il sistema d’arma dovrà essere il più vicino possibile al territorio nemico. Tuttavia, la maggior parte dei missili balistici moderni si basano su lanciatori mobili, rendendo difficile la loro identificazione.
"La fisica della meccanica orbitale stabilisce che solo gli intercettori nella bassa orbita terrestre possono raggiungere un missile nella sua fase di spinta nel tempo di risposta richiesto. Parliamo di 120 secondi per la propulsione solida e 170 per quella liquida. I satelliti in LEO sono in costante movimento sulla superficie della Terra. Ciò significa che sarebbero necessarie doverse costellazioni configurate per massimizzare la copertura del suolo in grado di garantire più finestra utili in ogni momento”.
I satelliti in orbita geostazionaria rimangono fissi su un'area ad un'altitudine di oltre 22.000 miglia: è una distanza eccessiva per un intercettore concepito per colpire il bersaglio in fase di spinta.
“Per difendersi da più missili lanciati nello stesso momento, dovranno essere collocati diversi intercettori per fornire una copertura efficace e ridondante. Avere almeno un intercettore sempre disponibile per colpire un missile significa una costellazione di centinaia di intercettori spaziali.
Ci sono diversi fattori che determinano l'efficacia di un intercettore spaziale come la sua massima accelerazione fuori dall'orbita, la sua velocità e il tempo di risposta. Un'altra criticità intrinseca in un sistema di intercettazione spaziale è garantire l’efficacia della costellazione”.
Oltre alla costellazione di prima linea, gli Stati Uniti dovrebbero garantire diverse linee di fuoco così da colmare nell'immediato le lacune che si presenterebbero nella copertura dopo la prima ondata. In ogni caso, gli intercettori spaziali non potrebbero fare nulla contro un attacco di saturazione russo o cinese.
Lo scudo spaziale sarebbe quindi concepito per proteggere gli Stati Uniti ed i loro alleati (che dovrebbero farsi carico della loro quota?) contro una manciata di missili lancaiti dalla Corea del Nord e dall’Iran.Per garantire una copertura completa della Terra, l'American Physical Society stima una flotta di 1646 piattaforme spaziali armate. Il costo dello scudo missilistico è stimato in 67/109 miliardi di dollari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.