Un incubo che sembra non avere fine. Circa 600mila residenti nell'area urbana di Pingdingshan, nella contea cinese di Jia che fa parte della provincia centrale di Henan, sono stati sottoposti a misure di isolamento per il timore di una seconda, e ancor più drammatica, ondata di contagi da coronavirus.
Ad annunciare questo nuovo lockdown sono state le autorità locali sui social media. Nello Henan, che confina con l’Hubei, attualmente si registrano una decina di persone risultate positive all’infezione. Nella contea di Jia si sono registrati tre casi di infezione nella giornata di domenica. Tra questi vi è un medico dell'ospedale locale che, ritornato da Wuhan, avrebbe trasmesso il coronavirus a due suoi colleghi, entrambi risultati postivi al test.
Per evitare il peggio sono immediatamente scattate le misure di prevenzione, con l'isolamento domiciliare e la privazione della libertà di movimento salvo deroghe speciali concesse per uscire. Inoltre, i cittadini hanno l'obbligo di indossare la mascherina facciale e monitorare costantemente la temperatura corporea.
Le attività produttive sono state sospese eccetto quelle energetiche, farmaceutiche, della logistica e alimentari. Le autorità hanno inoltre disposto la chiusura degli esercizi commerciali tranne i supermercati, i mercati alimentari, le pompe di benzina, le farmacie. Restano aperti anche gli alberghi. Una residente locale, citata da un quotidiano di Hong Kong, ha riferito che le autorità hanno avvertito la popolazione di fare scorta di generi di prima necessità. È stato anche annunciato che, con le nuove misure di contenimento dell’epidemia, sarebbe stato permesso a un solo membro di ogni nucleo familiare di uscire di casa per fare la spesa.
Secondo l’ultimo bilancio fornito dalla Commissione sanitaria nazionale, la Cina continentale ha riportato 35 nuovi casi confermati di Covid-19, tutti importati, e 55 nuovi pazienti asintomatici nelle ultime 24 ore. Sempre ieri, la provincia di Hubei, il focolaio dell'infezione, ha registrato sei morti, 37 nuovi casi asintomatici. I casi complessivamente confermati nel Paese asiatico hanno raggiunto 81.589, inclusi 1.863 pazienti ancora in trattamento. Sono 76.408 i pazienti dimessi dopo il recupero e 3.318 persone decedute a causa della malattia. La commissione ha inoltre dichiarato che 153 persone erano ancora sospettate di essere state infettate dal virus, 152 delle quali provenienti dall'estero.
Lo stesso organismo ha aggiunto che 20.072 contatti stretti sono ancora sotto osservazione medica. La situazione sanitaria è costantemente monitorata proprio per evitare il riaccendersi di focolai della pericola infezione.
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