La sera del 30 gennaio, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Ginevra, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che l’epidemia di polmonite causata dal nuovo ceppo di coronavirus costituisce un'"emergenza sanitaria di interesse internazionale" (una cosiddetta "Public Health Emergency of International Concern" o anche Pheic).
Allo stesso tempo Ghebreyesus ha sottolineato che l’Oms non solo non è d’accordo, ma si oppone apertamente all’adozione di divieti di viaggio e commercio nei confronti della Cina.
Attualmente i casi di polmonite causati dal nuovo ceppo di coronavirus si trovano in una fase di rapida diffusione, con un certo periodo di latenza. Il numero di pazienti contagiati in Cina è ancora in aumento; a questi si aggiungono 98 casi accertati in 18 Paesi stranieri. Basandosi su tale situazione, l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale per il coronavirus.
Questa scelta è importante al fine di consentire un’ulteriore distribuzione delle risorse internazionali per affrontare l’epidemia, oltre che per garantire l’assistenza necessaria a livello globale a quei Paesi dotati di un debole sistema sanitario e di carenze sul fronte delle capacità sanitarie pubbliche. L’obiettivo è quello di evitare la trasmissione dell’epidemia al mondo intero. Essendo un Paese responsabile, la Cina comprende le ragioni di tale decisione.
Un aspetto importante che vale la pena sottolineare è che, dopo aver annunciato la decisione dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesum ha dato sette suggerimenti. Uno di questi è che non c’è ragione di adottare misure d’intervento non necessarie relative ai viaggi e agli scambi commerciali internazionali, aggiungendo che occorre sostenere i Paesi con un debole sistema sanitario e accelerare la ricerca e lo sviluppo dei vaccini.
Va detto che tale affermazione costituisce un alto riconoscimento al lavoro di prevenzione e controllo svolto dalla Cina, nonché una valutazione discreta delle potenziali ripercussioni. È fondamentale attenuare l’allarmismo irrazionale che si sta scatenando nella comunità internazionale, così da evitare che alcuni Paesi e regioni adottino azioni esagerate nei confronti della Cina che potrebbero causare conseguenze negative per il commercio e la crescita economica globali.
Il direttore generale dell’Oms ha poi altamente apprezzato le misure di prevenzione e controllo dell’epidemia adottate dalla Cina, ritenendo che molte di queste ultime hanno superato di gran lunga i requisiti della stessa Organizzazione nella risposta alle emergenze. Ghebreyesus ha istituito quindi un punto di riferimento per i lavori di prevenzione epidemica degli altri Paesi del mondo, dicendosi convinto che la parte cinese riuscirà a controllare efficacemente l’epidemia e alla fine a vincere questa battaglia.
Il direttore dell'Oms ha elogiato la Cina
Nel corso di una conferenza stampa tenuta lo stesso giorno, lo stesso Ghebreyesus ha affermato che il presidente cinese Xi Jinping è impegnato in prima persona a dirigere e a dare disposizioni riguardo la prevenzione e il controllo dell’epidemia. La parte cinese osserva da sempre i principi di apertura e trasparenza, ha reso pubbliche le informazioni in maniera tempestiva, ha identificato rapidamente il virus e ne ha immediatamente condiviso la sequenza genetica, adottando misure determinate ed energiche per contenere la diffusione epidemica. Ciò non solo riflette l’alta responsabilità per la vita e la salute del popolo del proprio Paese, ma costituisce anche un grande sostegno alla prevenzione e controllo globale dell’epidemia.
La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha risposto ad una domanda sul perché l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto l’epidemia di polmonite causata dal nuovo ceppo di coronavirus un’ “emergenza sanitaria di interesse internazionale”.
Hua Chunying ha affermato che sin dallo scoppio dell’epidemia, il governo cinese ha sempre mantenuto un atteggiamento di grande responsabilità nei confronti della salute della popolazione, adottando le misure di prevenzione e controllo più complete e rigide possibili, molte delle quali superano di gran lunga i criteri dell’International Health Regulations. La parte cinese ha piena fiducia e le capacità necessarie per vincere la battaglia di prevenzione e controllo dell’epidemia.
Inoltre, secondo quanto reso dal sito del ministero delle Finanze cinese, in base alle disposizioni del Comitato Centrale del Partito Comunista cinese e del Consiglio di Stato, i dipartimenti finanziari a vari livelli hanno sostenuto attivamente i lavori di profilassi e controllo dell’epidemia di polmonite virale provocata da un nuovo ceppo di coronavirus. Fino alle 17 del 29 gennaio, i dipartimenti finanziari hanno stanziato in totale 27,3 miliardi di yuan per sostenere le spese dei lavori di prevenzione e controllo dell’epidemia.
Il ministero delle Finanze ha inoltre evidenziato la necessità di seguire con la massima attenzione lo sviluppo
dell’epidemia, di rafforzare ulteriormente la copertura finanziaria a sostegno delle iniziative per la prevenzione e il controllo dell’infezione, e che tali iniziative dovranno essere costantemente migliorate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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