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Dijsselbloem, il falco dell'Ue contro l'Italia: "Ecco perché non vi salveremo"

Dijsselbloem attacca ancora l'Italia: "È preoccupante. Ci sarà lo scontro con l'Unione europea. E noi non salveremo più il Belpaese"

Dijsselbloem, il falco dell'Ue contro l'Italia: "Ecco perché non vi salveremo"

Una nuova minacciada parte dell'Unione europea e, questa volta, nemmeno troppo velata. A parlare è Jeroen Dijsselbloem, l'ex presidente dell'Eurogruppo, ovvero il centro di coordinamento dei ministri delle Fiananze europee. "Se la crisi italiana diventerà una grave crisi, essa imploderà principalmente nell'economia italiana... al contrario di diffondersi in Europa", ha detto il politico olandese. Che ha proseguito: "A causa del modo in cui l'economia italiana e le banche italiane sono finanziate, sarà un'implosione piuttosto che un'esplosione". Insomma, l'Europa vuole contenere i rischi. E i mercati, assicura Dijsselbloem, faranno la loro parte: "E ci sarà un ruolo per i mercati, voglio dire se si guarda a ciò di cui l'Italia ha bisogno per finanziare il solo anno prossimo, stiamo parlando di oltre 250 miliardi di euro, rifinendo parte del capitale del loro debito e anche, ovviamente, questi nuovi piani di spesa. Quindi i mercati dovranno davvero guardarlo in modo molto critico".

Ma non solo. Nel mirino del politico olandese finiscono anche le banche italiane ("abbiamo già visto scendere le loro valutazioni azionarie"). Ma chi è Dijsselbloem? Innanzitutto non è uno che le manda a dire e, inoltre, sembra avere una concezione tutta sua di Europa, che sembra escludere gli Stati del Sud. In un'intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, disse: "Durante la crisi dell’euro, i paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i paesi interessati dalla crisi. Come socialdemocratico, do grande importanza alla solidarietà. Ma ci sono anche dei doveri. Non puoi spendere tutti i soldi in alcol e donne e poi chiedere aiuto".

Ma non solo. Avendo questa particolare stima dei Paesi dell'Europa meridionale si è occupato prima della crisi dei sistemi bancari di Cipro e poi del debito greco. E sappiamo come è andata. O meglio. Secondo le parole dello stesso Dijsselbloem il caso Cipro è stato allo stesso tempo un successo e un fallimento. Non stiamo scherzando. Il 24 marzo del 2013, il politico olandese assicurava a Financial Times e Reuters che la sua gestione nell'isola rappresentava un modello. Salvo poi contraddirsi qualche giorno dopo (facendo così impazzire i mercati).

E poi c'è il grande capitolo Grecia. Dijsselbloem ha rappresentato egregiamente l'ala più intransigente dell'Unione europea. Quando, nel 2015, il ministro delle Finanze greco Yanis Varufakis chiese di indire una conferenza per ridiscutere il debito di Atene insieme agli altri Paesi europei, Dijsselbloem rispose picche e specificò che solo lui e l'eurogruppo dovevano occuparsi di questa faccenda. I risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Risultati che molti hanno paragonato a una vero e proprio mattatoio sociale. Come nota Affari italiani, sotto la guida di Dijsselbloem, "la Grecia è stata tagliata fuori da TARGET 2, il sistema di pagamento europeo, in modo che non un singolo euro possa essere trasferito all'estero per un lungo periodo".

Già qualche giorno fa, in un'intervista alla Cnbc, Dijsselbloem aveva specificato che "l'Europa non salverà l'Italia, perchè il Meccanismo di Stabilità Europea verrebbe prosciugato in soli due anni. L'Italia dovrà salvarsi da sola". Ma non solo.

Nella stessa intervista precisava: "Guardando cosa (i funzionari italiani Ndr) hanno messo sul tavolo, la commissione non ha davvero altra scelta che rimandarla indietro, il che - a proposito - non è la fine del processo, ma l'inizio del processo. È piuttosto preoccupante, ci sarà lo scontro e penso che la commissione non abbia altra scelta che accettare questo confronto e prenderlo".

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