Draghi conferma la linea sui tamponi dall'estero: "Vogliamo proteggere l'Italia"

Nessuna marcia indietro. Al Consiglio europeo il premier ribadisce la linea ferma sugli arrivi in Italia: "Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro sistema sanitario nazionale"

Draghi conferma la linea sui tamponi dall'estero: "Vogliamo proteggere l'Italia"

Nessun passo indietro: la linea ferma è stata confermata. Il premier Mario Draghi, intervenuto al Consiglio europeo, ha parlato anche della stretta decisa su chi arriva in Italia: nell'ultimo Consiglio dei ministri è stato stabilito che chi fa ingresso nel nostro Paese ma non è vaccinato dovrà rispettare una quarantena di cinque giorni, mentre gli immunizzati dovranno esibire il tampone negativo. Una scelta rivendicata dal presidente del Consiglio, che nel vertice Ue ha ricordato i nostri numeri elevati del tasso di vaccinazione e come la variante Omicron sia per ora meno diffusa in Italia che in altri Stati membri.

L'intervento di Draghi

Secondo quanto riportato da fonti italiane, il ragionamento portato avanti da Draghi sarebbe il seguente: le decisioni sono assolutamente giustificate dal fatto che occorre senza ombra di dubbio mantenere questo vantaggio a protezione del nostro sistema sanitario nazionale. Considerando che Omicron risulta essere nettamente superiore alle altre varianti, il nostro Paese non può permettersi di perdere questa posizione di vantaggio. Una linea ferma che vuole salvaguardare l'Italia sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista economico.

Inoltre Draghi ha voluto sottolineare l'importanza di rafforzare la definizione di alcuni aspetti: le vaccinazioni, la data di scadenza del green pass e la campagna sulla terza dose. Quanto al testing e alla flessibilità nazionale sulle misure, il premier ha rimarcato le 135mila persone che hanno perso la vita in Italia a causa del Coronavirus e la caduta del Pil pari al 9%. Numeri e questioni che devono essere alla base di ogni decisione da intraprendere, per farsi guidare da prudenza e ragionevolezza.

Le critiche Ue

Nelle scorse ore non sono mancate aspre critiche da parte dell'Unione europea rispetto al pugno duro dell'Italia. Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea, ha ricordato che ulteriori scelte restrittive degli Stati membri devono "essere giustificate sulla base della situazione reale". In riferimento all'introduzione del tampone negativo per i viaggi dagli altri Paesi Ue, la Jourova ha sostenuto che le decisioni individuali dei singoli Paese "riducono la fiducia delle persone sul fatto che ci siano condizioni uguali ovunque in Europa".

Un portavoce dell'esecutivo europeo, rispondendo a una domanda sull'ordinanza relativa ai viaggi emanata dal governo italiano, aveva fatto sapere di non aver "ricevuto nessuna notifica dall'Italia". Ricordando che "i Paesi membri sono obbligati ad informare" la Commissione su eventuali restrizioni, aveva sottolineato che eventuali limitazioni devono essere "proporzionali" e "giustificate". Draghi però non vuole sentire ragioni e tira dritto: l'Italia va difesa.

Passa la linea Draghi

Comunque fonti Ue hanno fatto sapere che nessuno dei leader europei ha sollevato specificatamente il caso dell'Italia che ha deciso di obbligare chi entra nel territorio nazionale a un tampone pur se vaccinato.

Allo stesso modo non è stato sollevato il caso degli altri tre Paesi (Portogallo, Irlanda e Grecia) che hanno compiuto lo stesso passo. Le stesse fonti hanno confermato che in ogni caso si tratta di scelte unilaterali che sono possibili in quanto prerogativa nazionale.

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