Il Nord Europa ora si blinda: le frontiere chiuse ai migranti

Il governo tedesco e quello danese hanno deciso di estendere per ulteriori sei mesi le deroghe a Schengen. Temono infiltrazioni terroriste fra i migranti: ma ci sono motivazioni politiche

Il Nord Europa ora si blinda: le frontiere chiuse ai migranti

I Paesi dell'Europa settentrionale blindano i propri confini. La Germania ha appena annunciato di estendere di ulteriori sei mesi i controlli alla frontiera con l'Austria. La portavoce del ministero dell'Interno tedesco, Eleonore Petermann, ha comunicato la decisione in conferenza stampa.

"Vorremmo tornare a un modello Schengen senza frontiere, senza controlli", ha ammesso la portavoce. Ma ha aggiunto che esistono ancora "problemi con la protezione delle frontiere esterne dell'Ue" e "abbiamo sempre un numero elevato di immigrati clandestini secondari" fra gli Stati membri. Una notizia che arriva come una nuova scure sui già fragili equilibri europei, mettendo a repentaglio la tenuta degli accordi di Schengen.

Mentre il governo tedesco comunicava questa decisione per i confini con Vienna, la Danimarca annunciava di blindare i confini con la Germania. Il governo danese ha deciso di estendere di altri sei mesi i controlli alla frontiera con la Germania. E il motivo, secondo le autorità di Copenaghen, è la costante minaccia alla sicurezza data dal flusso di migranti. Troppi, a detta del governo, che ha infatti mantenuto i controlli citando il rischio di infiltrazione terrorista.

"Esiste ancora una grave minaccia terroristica contro la Danimarca ed una forte pressione sui confini esterni dell'Europa", ha dichiarato Inger Stojberg, il ministro per l'Immigrazione e l'Integrazione. E ha già detto di aver comunicato la decisione alla Commissione europea e agli altri Paesi dell'Unione. Il provvedimento, secondo il governo, entrerà in vigore il 12 novembre.

Per la Danimarca, si tratta dell'ennesima dimostrazione che la politica dell'accoglienza si è dimostrata fallimentare. E ora Copenaghen corre (forse troppo tardi) ai ripari. La scorsa settimana, proprio per dimostrare un'ulteriore stretta nella politica migratoria, il ministro Stojberg aveva annunciato il blocco alle nuove richieste di asilo in base all'accordo con l'Unchr. "Anche se abbiamo fatto molti progressi nel controllo dei flussi in entrata, dobbiamo comunque affrontare una situazione in cui facciamo fatica a integrare i molti rifugiati arrivati in Danimarca in questi anni" ha ammesso candidamente la titolare del dicastero per l'Immigrazione e l'Integrazione.

Sono sei i Paesi dell'Unione europea che hanno deciso, dopo il 2015, di reintrodurre i controlli. Francia, Germania, Austria, Danimarca, Svezia e Norvegia, hanno sfruttato le deroghe al principio di libera circolazione promosso da Schengen per mantenere i controlli al confine dopo le ondate di migranti arrivate a seguito delle crisi in Siria e in Libia.

All'inizio,gli Stati dell'Ue avevano parlato di problemi legati al controllo delle rotte dei migranti all'interno dell'Unione europea. Ma adesso, la situazione è cambiata. Non c'è solo di mezzo un problema legato al monitoraggio dei migranti quanto anche un motivo di sicurezza pubblica. Gli Stati temono che all'interno dei flussi di immigrati possano infiltrarsi terroristi di matrice jihadista. Ed è il motivo per cui non solo la Danimarca, ma anche la Francia, hanno deciso di reintrodurre i controlli: che dovevano finire a ottobre 2018 e che invece rimarranno in vigore fino al 30 aprile 2019. E del resto, con l'avvicinarsi delle elezioni europee, i vari governi non possono permettersi che il problema migranti scaldi ancora di più il fronte sovranista.

Decisioni legittime ma che dimostrano, ancora una volta, quanto questa Unione europea sia assolutamente incapace di costruire una realtà comune.

Mentre ai Paesi mediterranei si è chiesto per anni di aprire le frontiere e di essere obbligatoriamente Paesi di sbarco, gli altri Paesi, quelli dell'Europa settentrionale, hanno deciso di chiudere le porte agli stessi migranti che Italia, Grecia e Spagna hanno avuto l'obbligo di accogliere per legge. Ed è anche grazie a questa totale divergenza di interessi che l'Unione europea sta lentamente autodistruggendosi, mostrando che la legge può essere infranta solo da alcuni Stati.

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