Ieri sera, pochi minuti dopo le 23, quando in Italia venivano resi noti i primi instant poll che certificavano già la vittoria netta della coalizione di centrodestra e del partito di Giorgia Meloni, Balázs Orbán, deputato di Fidesz e consigliere politico del premier Viktor Orbán pubblicava un tweet per congratularsi con la leader di Fratelli d’Italia, con Matteo Salvini e con Silvio Berlusconi. "In questi tempi difficili, - aveva scritto - abbiamo bisogno più che mai di amici che condividano una visione e un approccio comune alle sfide dell'Europa. Lunga vita all'amicizia italo-ungherese".
Stamattina è il capo del governo magiaro a pubblicare uno scatto che lo ritrae con la presidente del primo partito italiano. "Bravo, Giorgia!", è la frase impressa sulla foto che accompagna il post di congratulazioni per quella che viene definita una "vittoria più che meritata". Il premier ungherese, criticato in questi mesi per il suo scetticismo sulle sanzioni imposte dall’Ue alla Russia, tanto che il governo magiaro è stato definito recentemente dall’Europarlamento come una "minaccia sistemica" per i valori fondanti dell'Ue, ha anche inviato tre diverse lettere ai leader di centrodestra, complimentandosi per il risultato ottenuto alle elezioni politiche.
"Non vedo l'ora di collaborare in futuro per mantenere la pace nei nostri Paesi e in Europa, per far riprendere l'economia europea e per alleviare la crisi energetica", è la posizione espressa dal capo del governo di Budapest. Viktor Orbán ha salutato la vittoria del centrodestra in Italia anche durante il suo discorso di oggi in Parlamento. Un intervento in cui ha messo in dubbio ancora una volta l’efficacia delle misure restrittive "imposte dalle élite di Bruxelles". "La Russia – ha attaccato - ha guadagnato 158 miliardi di entrate, metà delle quali, 85 miliardi, è stata pagata dai paesi dell'Ue". "Non c'è da stupirsi – ha osservato - che in alcuni Stati membri il popolo arrabbiato stia cambiando i governi che sostenevano le sanzioni". "Chiediamo colloqui di pace immediati invece di continuare e approfondire la guerra", ha insistito il premier ungherese, accusando l’Ue di “ignorare le argomentazioni” del proprio Paese.
Le sanzioni, ha aggiunto, hanno "trasformato un conflitto locale in una guerra economica mondiale" e causato "un drastico aumento dei prezzi dell'energia". "Nel settore dell'energia l'Europa è un nano, la Russia un gigante. Questa è la prima volta che vediamo un nano punire un gigante", è l’affondo del premier magiaro. "Se i burocrati di Bruxelles non ci daranno i soldi che hanno promesso, li troveremo da un'altra parte", ha concluso.
Ieri anche il premier polacco Mateusz Morawiecki e quello ceco Petr Fiala, entrambi alleati della Meloni nel gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti, Ecr, sono stati tra i primi ad esultare per l'affermazione del
centrodestra e della leader di Fratelli d’Italia. "Non vedo l'ora di cooperare in futuro sulle politiche europee", ha scritto il capo del governo della Repubblica Ceca, mentre da Varsavia parlano di "grande vittoria" per FdI.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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