L'onda degli immigrati che avanza lungo la rotta balcanica fa piombare nel caos la principale stazione ferroviaria di Budapest, prima evacuata e poi riaperta dopo un’ora di chiusura, ma non per i cladenstini che arrivano a migliaia. Dall’inizio dell’anno in Ungheria sono giunti 156mila profughi. Tanto che il ministro della Difesa ungherese, Csaba Hende, ha inviato 3.500 militari al confine meridionale del Paese per dare un sostegno concreto alla polizia. "I militari - ha messo in chiaro - non avranno però ordine di aprire il fuoco per mandare via la gente".
La tensione nella capitale dell’Ungheria è l’epitome di quanto sta accadendo in Europa, presa d’assalto da un’ondata di extracomunitari fuori controllo. Più di 350mila immigrati hanno attraversato il Mediterraneo da gennaio, secondo gli ultimi dati Oim, e almeno 2.643 persone sono morte in mare durante la traversata: oltre 118mila sono sbarcati in Italia, gli altri si sono divisi tra Spagna e l’isola di Malta. Ma è la rotta dei Balcani che desta maggiore allarme in queste ore. Un totale di 3.650 migranti sono arrivati in treno a Vienna solo nella giornata di lunedì, mai così tanti in un solo giorno dall'inizio dell’anno. In Germania, in Baviera, che confina con l’Austria, la polizia ha registrato il numero record di arrivi di 2.200 nelle ultime 24 ore. Il numero è schizzato verso l’alto perché alcuni treni, carichi di centinaia di immigrati, hanno lasciato l'Ungheria e attraversato l'Austria, diretti verso la Baviera.
Il governo di Budapest, che lunedì aveva permesso ai migranti di salire sui treni, ha prima chiuso del tutto la stazione Keleti, poi l’ha riaperta, ma non agli immigrati. Centinaia di profughi furenti hanno allora inscenato una manifestazione di protesta davanti alla stazione ferroviaria: sventolando i biglietti, urlando "Germania, Germania!" e ammassandosi contro gli agenti di polizia schierati all’ingresso. Il portavoce del governo magiaro ha motivato la chiusura con il tentativo di Budapest di applicare la normativa Ue, che richiede agli extracomunitari che vogliano muoversi all’interno dell’area Schengen di aver un passaporto e un visto. La situazione è così confusa che la Germania si è sentita in dovere di far presente che la normativa europea inerente il diritto di asilo e che impone ai rifugiati di presentare la richiesta di asilo politico nel primo punto di approdo, non è sospesa.
"La Germania non ha sospeso (i regolamenti di) Dublino - ha sottolineato il portavoce del governo - chiunque arrivi in Ungheria deve registrarsi lì e sottoporsi lì alla procedura di richiesta d’asilo". Di contro il vicepremier ungherese Janos Lazar, intervenendo in Parlamento, oggi, ha incolpato Angela Merkel del caos e dei disordini avvenuti alla stazione Keleti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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