Il ministro dell'Interno Marco Minniti parla a Bruxelles durante una conferenza sulla inclusione finanziaria dei migranti. "L'accoglienza ha un limite oggettivo nelle possibilità di integrazione". Un Paese che pensa solo all'accoglienza e non a integrare i nuovi arrivati, spiega, è "poco attento" al suo futuro. "Non c'è nessuna evidenza che esista un'equazione immigrazione-terrorismo. Tuttavia, ci sono molte evidenze che c'è un rapporto tra mancata integrazione e terrorismo". Mintti entra nello specifico e sottolinea che "incrociando i flussi migratori" non può essere scartata l'ipotesi che i foreign fighters, arrivati in Siria e Iraq da circa "100 Paesi" per combattere con l'Isis dopo la sconfitta militare tentino di ritornare a casa, anche in Europa. Proprio per questo il controllo dei confini meridionali della Libia e dei transiti lungo la rotta del Mediterraneo centrale è "cruciale".
La comunità internazionale è in debito con la Libia, osserva Minniti. "Non ho nessuna nostalgia per quella dittatura, ma la comunità internazionale è intervenuta in Libia senza sapere che cosa fare dopo. E il traffico illegale di esseri umani è diventato la principale fonte di reddito per una parte della popolazione libica. Un reddito dannato e inaccettabile: il nostro obiettivo deve essere di creare opportunità per fonti di reddito alternative".
Ma che si può fare per affrontare al meglio la questione migratoria? Per il
ministro occorre innanzitutto "cancellare la parola emergenza dalla politica dell’immigrazione". E ribadisce che "non si affronta una grande questione strutturale come questa a politiche dell’emergenza".
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