David Cameron non fa in tempo a rilassarsi dopo le dimissioni che già la stampa britannica lo richiama in causa per uno scandalo politico davvero imbarazzante.
Citando fonti governative, l'autorevole Sunday Times ha pubblicato la lista di oltre quaranta personalità del mondo politico e imprenditoriale proposte dall'ex primo ministro conservatore per il conferimento di importanti onoreficenze del Regno Unito. Un'abitudine niente affatto inconsueta all'ombra del Big Ben, dove è consuetudine che il premier dimissionario stili una lista di persone da decorare in nome di Sua Maestà la Regina.
Se non fosse che almeno una trentina dei nomi indicati da Cameron corrispodano a ex ministri del governo e noti sostenitori della campagna contro il Brexit, oltre che importanti finanziatori del partito conservatore. Secondo l'edizione domenicale del Times, nell'elenco sarebbero compresi gli ex ministri Michael Fallon e Philip Hammond, ma anche stretti collaboratori della moglie, Samantha.
Nella prestigiosa lista troverebbe posto anche l'ex giornalista BBC Craig Oliver, un passato da direttore della comunicazione a Downing Street proprio negli anni di Cameron. Stessa sorte per Gabby Bertin, direttrice dell'ufficio delle comunicazioni esterne dell'ex premier, che dovrebbe addirittura essere chiamata nella Camera dei Lord.
Ma non ci sono solo colleghi e collaboratori di Cameron nell'elenco fatto filtrare dalle segrete stanze del governo britannico. Fra i nomi più controversi figura quello di Ian Taylor, manager del settore petrolifero e generoso sostenitore dei tories: nell'ultimo anno e mezzo ha donato ai conservatori ben un milione di sterline, in occasione delle campagne elettorali contro l'indipendenza scozzese e contro la Brexit. Un cavalierato sarebbe stato proposto anche per Andrew Cook: duecentocinquantamila sterline donate alla campagna per il Remain. E così via per decine di altri nomi.
L'iniziativa di Cameron sta provocando aspre polemiche in tutto il Regno, con i laburisti e parte dello stesso partito conservatore in rivolta contro una scelta giudicata poco
opportuna, sopratutto da parte di un premier che lascia il governo e il Paese in condizioni devastanti. Forse, per una volta, era il caso di rinunciare al privilegio delle nomine e fare rientro a casa senza tanto clamore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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