"L’islamismo è un fanatismo mostruoso che deve essere combattuto con forza e determinazione, non fermerà la sua guerra, i barbari sono sempre nemici della pace, l’Occidente, oggi la Francia, deve comprenderlo". Con queste parole il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale Robert Sarah, ha commentato l’eccidio nella cattedrale di Notre Dame a Nizza.
L’ennesima chiesa francese profanata. Stavolta a far scorrere il sangue tra le panche e l’altare è stato un giovane tunisino, Brahim Aouissaoui, sbarcato pochi giorni fa a Lampedusa, che al grido di Allah Akbar ha tagliato la testa di un’anziana fedele, sgozzato il sagrestano e ferito a morte un’altra donna. Il suo nome non sarebbe noto agli 007 francesi. Potrebbe essere un altro "cane sciolto". Uno di quelli che, come Abdullakh Anzorov, il 18enne ceceno che ha decapitato Samuel Paty, ha raccolto la chiamata alla jihad contro gli infedeli.
Sullo sfondo ci sono le tensioni tra l’Europa e il mondo musulmano, tra la Francia e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. "Reagire agli attacchi contro il Profeta è per noi una questione di onore", aveva detto ieri il presidente turco commentando una vignetta che lo ritrae seminudo mentre scopre il corpo di una donna musulmana con il burqa, apparsa sul settimanale francese Charlie Hebdo. Parole, le sue, che oggi pesano come macigni davanti all’ennesima strage in nome di Allah. Tanto che alcuni eurodeputati, come il leghista Vincenzo Sofo, hanno chiesto il ritiro dell’ambasciatore Ue ad Ankara.
Non è la prima volta che la furia jihadista fa irruzione in un luogo sacro per i cristiani. È la mattina del 26 luglio del 2016 quando due soldati del Califfato, Adel Kermiche e Abdel Malik Nabil Petitjean, entrano nella chiesa di Santo Stefano, a Saint-Etienne-de-Rouvray, prendono in ostaggio sei persone e tagliano la gola a padre Jacques Hamel. Lo uccidono sull’altare, mentre sta finendo di celebrare la Santa Messa. "Ha dato la vita per non rinnegare Gesù", dirà Papa Francesco definendolo un "martire".
Pochi mesi dopo, all’inizio di settembre, una Peugeot 607 imbottita con almeno sei bombole piene di gas è stata ritrovata parcheggiata rue de la Bûcherie, nei pressi della cattedrale di Notre Dame, nel quinto arrondissement di Parigi. A tentare di farla esplodere erano state due donne, entrambe legate all’Isis. Poteva essere una carneficina. L’attentato fallì soltanto perché il veicolo era stato cosparso di gasolio, meno infiammabile della benzina, e quindi, nonostante i vari tentativi di incendiarlo, non prese fuoco.
Un anno prima, il 19 aprile del 2015, Sid Ahmed Ghlam, studente algerino di 24 anni, era stato bloccato dalla polizia francese prima di aprire il fuoco nella chiesa Sainte-Thérèse di Villejuif, in Val-de-Marne. Gli agenti lo avevano arrestato nel tredicesimo arrondissement di Parigi, dove ha ucciso una donna, Aurélie Châtelain, per rubarle l’auto. A bordo venne ritrovato un vero e proprio arsenale: kalashnikov, pistole e un giubbotto anti-proiettile.
Secondo i dati del ministero dell’Interno francese gli attacchi contro le chiese cattoliche in Francia sarebbero addirittura quadruplicati nel giro di circa dieci anni, dal 2008 al 2019. Lo scorso anno, sempre stando alle fonti governative, si sono verificati 1.052 attacchi contro i cristiani. In 996 casi si è trattato di vere e proprie aggressioni o atti vandalici. Per la restante parte di minacce. Per avere un termine di paragone, nello stesso anno, il 2019, gli attacchi contro i musulmani, in Francia, sono stati 154 e quelli di matrice antisemita 687.
Nello specifico, come illustrato da un rapporto del Gatestone Institute, si è trattato di tentativi di incendio, furti, aggressioni e atti di vandalismo. Il 5 maggio del 2019, ad esempio, la chiesa di Notre Dame du Taur, a Tolosa, è stata sfregiata con il motto "Allah Akbar". O ancora, il 6 settembre, a Marsiglia, sempre al grido di "Allah è grande", un ragazzino ha fatto irruzione in una scuola con un coltello gridando di voler uccidere tutti i cristiani. A Marienthal, invece, il 30 novembre dello scorso anno, un 23enne ha saccheggiato un convento minacciando di farsi esplodere.
"Dagli intellettuali e dai media europei ci si attende più coraggio nella denuncia degli estremismi, soprattutto quando perseguitano singoli fedeli o pacifiche minoranze religiose", commentano il presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alfredo Mantovano e il presidente della stessa fondazione che si occupa di difendere i cristiani perseguitati, Alessandro Monteduro. L’organizzazione insiste sulla necessità "di un confronto franco, civile e non superficiale con l’Islam" unito alla "consapevolezza che prevenzione e repressione criminale sono le sole risposte per gli islamisti estremisti, soprattutto per i responsabili dei reati, senza ipocrite o implicite giustificazioni".
"Sono vicino alla comunità cattolica di Nizza, in lutto per l’attacco che ha seminato morte in un luogo di preghiera e di consolazione", ha scritto il Papa su Twitter assicurando preghiere "per le vittime, per le loro famiglie e per l’amato popolo francese, perché possa reagire al male con il bene". "Tutte queste vittime rappresentavano un simbolo da abbattere", accusano i vescovi francesi, citati da Le Figaro.
"È per il fatto che si trovassero nella basilica che queste persone sono state aggredite e uccise", ha fatto sapere la conferenza episcopale.
Ma "nonostante il dolore che li attanaglia", ha aggiunto il clero francese, "i cattolici rifiutano di cedere alla paura". Per questo le campane hanno suonato, ancora, oggi pomeriggio, in tutta la Francia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.