Passeggero con Parkinson sta male, l'aeroporto non lo aiuta

Un passeggero affetto da Parkinson è rimasto in aeroporto per 24 ore a causa di un volo cancellato. Finita le medicine, ha gattonato per l'aeroporto senza ricevere alcun aiuto

Passeggero con Parkinson sta male, l'aeroporto non lo aiuta

Gli aeroporti sono luoghi dove la gente è soprattutto di passaggio, ma raramente può capitare di trascorrere anche 24 ore per ritardi e cancellazione dei voli. Il problema sussiste quando si ha bisogno di cure e assistenza, che per fortuna solitamente l'aeroporto offre. Non è stato così, purtroppo, per un passeggero con il morbo di Parkinson che ha riferito di essere stato lasciato strisciare, appoggiato sulle mani e sulle ginocchia, per l'aeroporto di Heathrow dopo che aveva finito la scorta delle medicine.

David Allan, questo il nome dello sfortunato signore, fa parte del consiglio di amministrazione del Parkinson nel Regno Unito; era rimasto due giorni a Londra per partecipare a una riunione e poi avrebbe dovuto raggiungere Gatwick e prendere da lì un volo per Edimburgo. Purtroppo il volo della British Airways da Gatwick è stato cancellato e David è stato costretto a rimanere fino alle ore 22 del giorno seguente per prendere finalmente l'aereo e tornare a casa.

Questa lunga attesa ha scombussolato i piani di David perché è rimasto a corto dei farmaci essenziali per lui; nello specifico, 27 compresse da prendere regolarmente. Si è rivolto al 111 Sistema Sanitario Nazionale, a un chimico e a un centro di trattamento urgente, ma ogni tentativo è stato vano.

Pian piano ha iniziato a sentirsi più debole, a causa dell'effetto calante dei farmaci presi fino a quel momento. Allo sportello di assistenza speciale di Heathrow prima del viaggio di ritorno Allan ha dichiarato di aver detto alla compagnia di non aver trasferito le sue richieste di assistenza da Gatwick e che il viaggio di ritorno era stato prenotato per intero, senza richiesta di assistenza, quindi non poteva essere aiutato.

Allan in seguito ha raccontato: "Dopo essermi assicurato di nuovo che non c'erano medicine disponibili nelle farmacie di Heathrow, ho raggiunto la sicurezza. Ero più o meno appoggiato sulle mie mani e sulle ginocchia a strisciare attraverso la sicurezza dell'aeroporto. Sono incline a cadere a causa del mio Parkinson - specialmente quando sono fuori - quindi quel viaggio attraverso un aeroporto affollato è stato estremamente difficile perché avevo paura di cadere. Le precedenti cadute mi avevano portato a fratturare entrambi i fianchi e quindi a farli sostituire entrambi. Ho avvisato la sicurezza che avevo i fianchi di metallo e che avrei fatto partire i rilevatori. Ma ero in uno stato tale - tremante, con vertigini e strisciante - che la sicurezza ha deciso che stavo agendo con sospetto e mi ha preso da parte per ulteriori controlli."

Allan ha poi detto che sembra ridicolo il fatto che oggi non ci sia modo di avere accesso ai farmaci e che la sia la compagnia aerea che gli aeroporti non riescano a fornire un aiuto. E poi ha concluso dicendo: "Prenderò rifornimenti extra con me ogni volta che viaggerò in futuro." Parole dure anche da parte della direttrice scozzese dell'associazione Parkinson del Regno Unito, Annie Macleod: "Il trattamento di David - ha affermato - da parte della compagnia aerea, degli aeroporti e del SSN è completamente scioccante e inaccettabile. È incredibile che le aziende possano essere così insensibili e carenti nella comprensione del Parkinson e dell'impatto del non avere i farmaci. L'associazione Parkinson del Regno Unito chiede a tutti i soggetti coinvolti di rivedere e migliorare i propri processi quando hanno a che fare con persone con il Parkinson".

Dal canto suo la compagnia aerea ha detto di raccomandare sempre ai clienti di trasportare abbastanza farmaci per qualsiasi evenienza.

Infine, un portavoce della British ha dichiarato che sono spiacenti per ciò che è successo al signor Allan e che hanno avviato un'indagine interna per capire cosa sia successo con il fornitore di assistenza nominato dall'aeroporto.

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