Avrebbe dovuto ottenere il controllo dello spazio aereo nel giro di pochi giorni, qualche settimana al massimo. A distanza di oltre due mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina l'aviazione russa continua invece ad arrancare, finendo spesso vittima dei contrattacchi delle forze di Kiev. Siamo di fronte ad un paradosso oppure gli aerei di Mosca nascondono qualche problema?
L'aviazione russa
Il dibattito è in corso. Certo è che gli aerei russi non hanno fin qui dato un contributo degno del loro nome. Come ha sottolineato Il Messaggero, nel conflitto ucraino si sono visti molto poco, hanno colpito i bersagli in maniera imprecisa e non hanno svolto azioni coordinate con le forze di terra. Come se non bastasse, i missili ucraini – gran parte dei quali ricevuti dagli Stati Uniti - si sono rivelati maledettamente efficaci nell'abbattere questi jet. Non si sono visti per niente, invece, a Mosca, in occasione della parata militare andata in scena lo scorso 9 maggio. Nuvole basse, spiegò il Cremlino per giustificare l'assenza dell'aviazione.
Calcolatrice alla mano, la Russia può contare su 4mila aerei da combattimento. Il Sukhoi Su-34 è il più recente della lista, nonché la punta di diamante. È stato spesso paragonato al Boeing F-15 E statunitense e, per la guerra in Ucraina, Mosca ne ha schierati quasi 200, tra l'altro collaudati precedentemente tanto in Siria quanto in Cecenia. Le loro caratteristiche principali sono note: riescono a trasportare missili e bombe per un peso di 13 tonnellate e hanno un cannone da 30 millimetri. Riescono a colpire obiettivi situati a 10-15 chilometri da un'altezza di 5-6mila metri.
Il problema di Mosca
Alla luce di quanto scritto, ci si potrebbe chiedere per quale motivo i Su-34 non stiano risultando decisivi nel territorio ucraino. Eppure, ai tempi della loro presentazione, sono apparsi temibili e innovativi. In realtà sarebbe meglio dire "sono stati fatti apparire temibili", visto che il Pentagono è ormai certo che quel biglietto da visita fosse una sorta di caricatura. In altre parole, i sistemi d'armi messi in bella mostra non sarebbero stati nient'altro che pura propaganda. Anzi: sempre secondo gli americani, non sarebbero mai stati usati e neppure installati sui velivoli.
Lo sostengono anche alcuni esperti, tra cui Justin Bronk del Royal United Service di Londra, secondo cui gli aerei russi in Ucraina starebbero utilizzando vecchie bombe equipaggiate dai Su-25 della generazione precedente. Con bombe e razzi non guidati, è insomma facile capire perché i jet russi risultano inefficaci. I piloti devono infatti individuare l'obiettivo, volarci sopra e fare fuoco (non sempre colpendo il bersaglio), per poi tornare alla base senza finire a loro volta bersaglio degli attacchi nemici. Il punto è che i sistemi di difesa ucraini – Stinger e S-300 – risultano maledettamente efficaci.
Ci si potrebbe allora chiedere perché la Russia stia impiegando aerei tutto sommato moderni in questo modo. Pare che Mosca non abbia abbastanza denaro per sviluppare sistemi di guida automatica di missili e bombe. Sistemi del genere, infatti, richiedono un'importante rete di assistenza, ben addestrata e composta da centinaia di elementi. Non bisogna poi dimenticare che le componenti dei sistemi elettronici provengono dall'estero, e che le sanzioni ne hanno bloccato l'importazione.
Certo, c'è poi da considerare l'interpretazione che i russi danno dell'aviazione, considerata un insieme di "cannoni volanti" incaricati di supportare la ben più decisiva fanteria. Un modo di pensare – sostengono gli analisti - però più adatto alla Seconda Guerra Mondiale che non per affrontare le moderne guerre di oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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