Millequattrocento uomini. Tanto sono i militari italiani impiegati in questo momento in missione in Iraq. Il numero più alto tra i contingenti del nostro Paese schierati all'estero e un numero che, secondo quanto spiega oggi il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, non è destinato a crescere.
"Gli Stati Uniti non hanno mai chiesto all'Italia più di quanto l'Italia stia facendo - sostiene -. Anzi, sono molto riconoscenti per il nostro impegno in Iraq e altrove". E per questo ritiene improbabile uno schieramento di forze ulteriori, quando già "a Erbil e Bagdad e nel garantire le condizioni di sicurezza al lavoro che viene fatto nella diga di Mosul dalla ditta italiana Trevi", ci sono i nostri militari.
L'addestramento delle milizie peshmerga in Iraq è di fatto un impegno contro il terrorismo. E allora in un'intervista con il quotidiano Il Mattino, la Pinotti apre anche a Mosca, chiarendo che "occorre un riavvicinamento a Putin per un fronte comune".
"A me piace pensare a un Paese che crede nelle sfide e le affronta", ha detto oggi il ministro, parlando ai militari che hanno preso parte alle Olimpiadi a Rio.
E sull'Iraq non prevede un ulteriore dispiegamento, in Libia si dice disponibile "a dare una mano sul campo insieme ad altri".Al momento, dal governo al-Sarraj, richieste particolari non ne sono arrivate. Nel frattempo è entrato in attività l'ospedale italiano a Misurata.
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