Mikhail Khodorkovsky era uno degli uomini più ricchi della Russia. Questo prima che la sua carriera fosse stroncata dalla galera, dove è stato sbattuto nel 2003 per una presunta frode fiscale. Secondo alcuni avrebbe avuto le carte in regola per sfidare Vladimir Putin, se non che, dopo dieci anni di carcere, è stato costretto a lasciare Mosca per stabilirsi nel Regno Unito.
Nella mente di Putin
Oggi Khodorkovsky è uno dei principali dissidenti del presidente russo. Ha ovviamente seguito il conflitto ucraino e rilasciato diverse interviste per spiegare la sua posizione. In particolare, l'imprenditore ha tratteggiato i contorni del modus operandi di Putin. O meglio, ha provato a spiegare come ragiona il capo del Cremlino. In un intervento alla Cnn, Khodorkovsky ha affermato che per Putin il tempo sta per giungere al termine. "Non gli rimane molto tempo: un anno, o tre. La sua possibilità di rimanere al potere si è ridotta moltissimo,dopo l’invasione. Non possiamo nemmeno immaginare di vederlo al potere ancora per un decennio", è stata la versione del businessman che vive nel cuore di Londra.
Un uomo come Putin può davvero arrivare ad utilizzare l'arma atomica? "Può fare di tutto", ha risposto Khodorkovsky, che in passato ha assaggiato a proprie spese il carattere del presidente russo. L'imprenditore ha inoltre dichiarato che l'Occidente sta compiendo vari errori nei confronti dello zar. Ad esempio, sarebbe un errore pensare che gli oligarchi possano arrivare a convincere Putin a cambiare idea. Il motivo è semplice: per Khodorkovsky la Russia "non è un’oligarchia: è una dittatura, e gli oligarchi non sono che strumenti, agenti del Cremlino. Non possono influenzare il dittatore".
L'uso della forza
Se, come ha svelato ancora Khodorkovsky, neppure l'esercito e i servizi segreti hanno troppe possibilità di influenzare Putin, figurarsi allora l'effetto che hanno i dialoghi con i leader stranieri. "Per tutta la vita, ha trattato con elementi criminali e ha avuto a che fare con il mondo criminale. Non rispetta la legge. Se non gli mostri forza, se lui ritiene che tu sia debole — come pensa, ad esempio, di Macron — lui farà quel che vuole di te", ha aggiunto il magnate russo, ribadendo che l'unica cosa in grado di arginare Putin sarebbe l'uso della forza.
Secondo Khodorkovsky, Joe Biden non ha sbagliato a scagliarsi verbalmente contro il capo del Cremlino. L'errore del presidente americano è stato quello di non aver accompagnato quelle parole all'uso effettivo della forza. "Se Biden dice: ci sarà una risposta forte all’utilizzo di armi di distruzione di massa, questa non è una provocazione, ma un freno a Putin. Se Scholz o Macron dicono, all'opposto, che non andranno allo scontro con Putin, questo lo incoraggia", ha detto ancora l'imprenditore russo. Insomma, a detta di Khodorkovsky i presidenti occidentali non starebbero capendo i meccanismi mentali di Putin.
Tre vie d'uscita
In questo momento Putin si trova di fronte ad una situazione a dir poco delicata. Il presidente russo aveva intenzione di "cambiare il regime ucraino" e si "aspettava di essere accolto dagli ucraini con fiori nelle strade". Tutto ciò non è avvenuto e "quando questo non è successo, lui è impazzito".
"Nella sua testa Putin è già in guerra con gli Usa e la Nato. La sua propaganda ha già iniziato a preparare l’opinione pubblica russa a una guerra con la Nato. Questo non è l’ultimo passo: il prossimo sono i Paesi baltici", ha aggiunto l'ex enfant prodige dell'economia russa.
Per Khodorkovsky esisterebbero tre scenari per il capo del Cremlino.
Il primo consiste nel continuare a premere sull'Ucraina, perdendo uomini e sprecando risorse; il seconda nell'utilizzo di armi di distruzione di massa (come l'atomica); il terza nell'iniziare vere negoziazioni. "Se la Nato dicesse con una sola voce che se Putin usasse armi di distruzioni di massa la Nato reagirà, Putin sarebbe spinto a sedersi al tavolo negoziale", ha concluso l'oppositore di Putin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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