Raid su Odessa, anche Charles Michel costretto a scappare nei rifugi

Il presidente del consiglio europeo si trovava a Odessa quando gli allarmi aerei sulla città lo hanno costretto a trovare riparo all'interno dei rifugi

Raid su Odessa, anche Charles Michel costretto a scappare nei rifugi

Il presidente del consiglio europeo Charles Michel si è recato oggi a Odessa, una visita non annunciata nei giorni precedenti e che ha voluto simboleggiare la vicinanza dell'Ue all'Ucraina nel giorno dell'Europa ma anche, contestualmente, nel giorno in cui in Russia si celebra la vittoria nella seconda guerra mondiale.

Il problema però è che Michel si è ritrovato in una città pesantemente bersagliata. Soltanto nell'ultima notte gli smartphone degli abitanti di Odessa hanno squillato almeno quattro volte, con le applicazioni che avvisavano di mettersi al riparo. Le app si attivano nello stesso momento in cui in tutta la città viene azionata la sirena di emergenza.

Rumori che oramai fanno parte della quotidianità di guerra di Odessa. E che hanno scandito la giornata anche oggi. Al mattino le forze di difesa del comando sud dell'esercito di Kiev hanno fatto sapere che almeno quattro missili Onyx sono stati sparati dalla Crimea verso la città affacciata sul Mar Nero.

Poi i raid sono proseguiti anche dopo. Tanto che Michel il suo messaggio su Twitter l'ha dovuto registrare davanti al teatro di Odessa con il giubbotto antiproiettile in vista. Gli allarmi sono tornati più volte a fare capolino e a condizionare la visita stessa di Michel.

Durante un sopralluogo nel porto, dove stava ispezionando le aree di stoccaggio del grano ucraino assieme al premier Denys Shmyhal, è stato attivato un nuovo allarme aereo. Questa volta il presidente del consiglio europeo è dovuto scappare via. Così come riportato dalle agenzie ucraine, Michel ha trovato riparo all'interno di un rifugio.

Scattato il nuovo allarme, il rappresentante di Bruxelles ha quindi vissuto la stessa situazione dei cittadini di Odessa, aspettando la fine dell'allerta e la fine del suono della sirena di allarme generale. Come detto, già da giorni la città che ospita il più grande porto ucraino è nel mirino dei russi. Probabile che Mosca prenda di mira obiettivi militari sia per mantenere alta l'attenzione nell'area, costringendo l'esercito di Kiev a far stazionare qui centinaia di uomini, e sia per scovare basi e nascondigli di armi e droni usati poi per gli attacchi contro la flotta russa nel Mar Nero.

Il Cremlino vuole giustiziare il vostro spirito di libertà e democrazia – ha poi dichiarato Michel in conferenza stampa rivolgendosi agli ucraini – Ma sono assolutamente convinto che non ci riusciranno mai. Sono venuto a Odessa nella Giornata dell'Europa con un semplice messaggio: non siete soli. Noi siamo con voi. Non vi deluderemo. Saremo con voi per tutto il tempo necessario. E vi aiuteremo a costruire un paese moderno e democratico". "Un paese che guarda al futuro, pronto ad abbracciare con fiducia il vostro futuro europeo – ha proseguito il presidente del consiglio europeo – il nostro comune futuro europeo, il vostro posto nella nostra comune famiglia europea”.

Da Kiev il presidente Zelensky ha ringraziato Michel per la visita a Odessa.

Occorre adottare misure immediate per sbloccare i porti ucraini per le esportazioni di grano – ha dichiarato il presidente ucraino – Apprezzo la posizione coraggiosa del presidente del Consiglio europeo e la sua presenza personale a Odessa”. In città comunque la situazione appare tesa. Gli attacchi sia qui che nella vicina Mykolaiv si stanno susseguendo a ritmi sempre più importanti. Il pericolo di nuovi raid anche nelle prossime ore è molto alto.

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