Russia, nuove linee guida per l’impiego delle armi termonucleari

Nel nuovo decreto firmato da Putin si elencano i principali elementi e fattori che trasformano uno Stato in target strategico ad alta priorità

Russia, nuove linee guida per l’impiego delle armi termonucleari

Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, ha firmato la nuova dottrina di riferimento per l’impiego di asset termonucleari. “L’utilizzo delle armi nucleari è autorizzato come misura estremamente necessaria. La deterrenza nucleare è progettata per garantire che il potenziale avversario comprenda l'inevitabile ritorsione in caso di aggressione contro la Russia ed i suoi alleati”.

La Distruzione Mutua Assicurata

Lo scopo finale delle armi termonucleari è il medesimo elaborato alla fine degli anni ’40: scoraggiare un’escalation strategica tra Stati Uniti e Russia e contro i loro rispettivi alleati. Non è concepito in linea teorica per essere utilizzato per prevenire o durante un attacco convenzionale o in presenza di impiego di armi chimiche e biologiche sul campo. Il concetto della Distruzione Mutua Assicurata si basa sul principio che Stati Uniti e Russia non avrebbero alcuna ragionevole possibilità di azzerare l'intero arsenale termonucleare avversario e sfuggire ad un apocalittico attacco di rappresaglia. E’ l’esistenza dell’arsenale strategico stesso, quindi, che ne scongiura qualsiasi impiego nel mondo reale. Le armi termonucleari sono per natura indiscriminate ed ogni loro utilizzo comporta il rischio di un'escalation incontrollata.

Preservare la stabilità della deterrenza

Le dottrine di riferimento per l’impiego di asset strategici sono costantemente riviste in base alle percezione di gap potenzialmente sfruttabili da un avversario. Correggere questa errata percezione è un imperativo strategico. Sono i fattori esterni (percezione) ed interni (certezza) a plasmare la risposta strategica. La deterrenza è essenzialmente un’arma psicologica attiva sulle percezioni del potenziale avversario, ma perderebbe la sua efficacia senza una capacità credibile. La ricalibrazione delle dottrine di riferimento strategico, quindi, tenta di colmare un vuoto di credibilità immaginato. Le dottrine di riferimento per l’utilizzo di asset strategici non possono essere determinati dalla moda: l’unica utilità positiva delle armi termonucleari è il loro non impiego.

Russia, il decreto 355

Il decreto “Fondamenti della politica statale della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare” è stato firmato poche ore fa dal Presidente della Federazione russa Vladimir Putin. Il documento, l’equivalente americano della Nuclear Posture Review, consta di sette pagine divise in quattro sezioni nella sua parte non classificata. A differenza della NPR, nel decreto russo non vi è alcuna distinzione tra armi nucleari tattiche e strategiche.

Russia, la postura strategica alla base delle opzioni termonucleari

“La politica statale della Russia nel campo della deterrenza termonucleare è di natura difensiva. Il potenziale delle forze strategiche è mantenuto ad un livello sufficiente a garantire la dissuasione nucleare. L’intero ventaglio strategico garantisce la protezione della sovranità e dell'integrità territoriale dello Stato e scongiura ogni potenziale aggressione avversaria contro la Federazione Russa e (o) i suoi alleati”.

I fattori che trasformano uno Stato in target strategico

Nel decreto firmato da Putin (articolo 12, sezione II, pagina 3), si elencano i principali elementi e fattori che trasformano uno Stato in target strategico ad alta priorità:
“L'accumulo di forze termonucleari o lanciatori strategici nei territori adiacenti alla Federazione Russa e ai suoi alleati da parte di un potenziale avversario” - “Dispiegamento di sistemi di difesa antimissile” - “Dispiegamento di sistemi SMD” - “Dispiegamento di sistemi ipersonici ad alta precisione con carico utile convenzionale” - “Dispiegamento di UAV pesanti” - “Dispiegamento di sistemi ad energia diretta” - “Dispiegamento nello spazio di sistemi di difesa missilistica e di attacco” - “La presenza in Paesi non nucleari di asset strategici e di altri tipi di armi di distruzione di massa che potebbero essere utilizzate contro la Federazione russa o i suoi alleati” - “Proliferazione incontrollata di asset termonucleari e dei loro veicoli di consegna” - “Dispiegamento di armi termonucleari e dei loro veicoli di consegna nei territori degli Stati non nucleari”.

“La politica statale della Federazione Russa garantisce la prevenzione dell'escalation delle ostilità e della loro cessazione a condizioni accettabili per il Paese ed i suoi alleati. Le armi termonucleari sono considerate esclusivamente come un mezzo di deterrenza: il loro impiego è riconosciuto come una misura estremamente necessaria. La deterrenza termonucleare è progettata per garantire che il potenziale avversario comprenda l'inevitabile ritorsione in caso di aggressione contro la Federazione Russa ed i suoi alleati. La Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare armi termonucleari in risposta all'utilizzo di asset strategici contro di essa o i suoi alleati. La Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare asset termonucleari in risposta ad una attacco eseguito con armi di distruzione di massa contro di essa ed i suoi alleati. La Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare armi termonucleari in risposta ad un attacco convenzionale contro le strutture governative, le infrastrutture militari della nazione o quando l'esistenza stessa dello Stato è minacciata. La Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare armi termonucleari in risposta al rilevamento affidabile di missili balistici avversari contro la Nazione o uno dei suoi alleati.”
“La deterrenza nucleare è progettata per garantire che il potenziale avversario comprenda l'inevitabile ritorsione in caso di aggressione contro la Federazione Russa ed i suoi alleati. La Russia ritiene inammissibile interrompere le relazioni internazionali nel campo della deterrenza nucleare”.

Al Presidente della Federazione Russa la decisione finale di tramutare un conflitto convenzionale in termonucleare.

Il concetto di deterrenza estesa: l’ombrello nucleare

Il concetto di deterrenza estesa significa semplicemente che uno Stato fornirà la sicurezza ad secondo Paese paventando la ritorsione contro un terzo che potrebbe desiderare di attaccarlo. È un’estrapolazione logica della teoria della deterrenza. La deterrenza estesa impegna la Russia ad entrare in guerra con un’altra grande potenza per proteggere uno Stato più vulnerabile. Quando la Russia sceglie di garantire la deterrenza estesa ad un altro Stato, tale impegno include tutte le misure previste, comprese quelle strategiche.

Tradurre il decreto 355: dai bersagli alle percezioni di Mosca

In base alle nuove direttive russe, quasi tutti i Paesi della NATO sono considerati potenziali bersagli strategici ad alta priorità. Pur non menzionando alcun Paese, a differenza della NPR statunitense, i riferimenti sono evidenti. Includendo un attacco convenzionale come possibile fattore scatenante di una ritorsione termonucleari russa, il decreto 355 invia un chiaro segnale di avvertimento agli Stati Uniti. La nuova postura strategica riflette le preoccupazioni di Mosca nei confronti degli Stati Uniti per lo sviluppo di asset, con un carico utile convenzionale, che potrebbero dare a Washington la possibilità di annullare la linea di comando russa o inabilitare le strutture preposte alla ritorsione. E’ la minaccia esistenziale, da intendere come la capacità di arrecare danni inaccettabili all’avversario, che abilita il lancio di asset termonucleare.

Mosca evita l’ambiguità delle armi nucleari tattiche

Il termine tattico è ambiguo e pericoloso poiché ogni arma termonucleare utilizzata nel mondo reale, avrà una resa strategica. Se qualcuno attaccasse gli Stati Uniti o la Russia con armi nucleari tattiche per definizione, la risposta sarebbe certamente strategica e non tattica.

Nel decreto 355, facendo riferimento al ventaglio strategico, Mosca non fa riferimento alle armi nucleari tattiche. Questo perché la resa di ogni arma tattica sarà sempre strategica. La definizione che raggruppa “le armi nucleari non strategiche” è una reliquia della Guerra Fredda. In base al concetto scalare di un asset tattico, il suo impiego è, teoricamente, ritenuto isolato, limitato e proporzionale. Tuttavia ogni arma termonucleare impiegata è strategica. Ciò è dovuto al crescente riconoscimento che qualunque utilizzo del nucleare avrebbe conseguenze strategiche.

Ed è sotto la lente strategica che bisogna valutare il loro reale fine, cioè convincere l’avversario di non poter raggiungere i propri obiettivi pena una rappresaglia devastante. E’ questa la deterrenza, scopo primario degli arsenali nucleari degli Stati nazionali che li possiedono.

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