Khalifa Haftar non è riuscito a sfondare. Tripoli è ancora in mano a quello che, forse un po' troppo sbrigativamente, era stato definito il suo sindaco, ovvero Fayez al Sarraj. I due eserciti si trovano in una fase di stallo, ma la diplomazia procede spedita, soprattutto fuori dai confini libici.
Domani, infatti, Sarraj incontrerà il presidente francese Emmanuel Macron. Oltre al premier del Governo di accordo nazionale libico saranno presenti anche i ministri degli Esteri, Mohamed Siala, e dell'Interno, Fathi Bashaga. Sarraj sta cercando sponde in Europa e, per questo, oggi è volato alla volta di Roma e Berlino.
Cosa ha chiesto Sarraj all'Italia
Secondo quanto riporta Agenzia Nova, il premier libico avrebbe chiesto al primo ministro italiano Giuseppe Conte di condannare "l'aggressione" di Haftar e di "esercitare un maggiore sforzo" in sede europea e regionale per costringere gli assedianti a ritirarsi. Sarraj ha poi ringraziato il nostro Paese per aver fornito aiuti umanitari "durante la guerra del Gna contro il terrorismo a Sirte e altrove" e ha per il sostegno "fornito alla Guardia costiera libica e al suo efficace contributo per affrontare le questioni delle migrazioni illegali". Insomma, se Sarraj ha un alleato, quello è l'Italia.
Sarraj gioca la carta della diplomazia
Il Governo di accordo nazionale libico sa che l'unico modo per uscire dal pantano dell'ultimo mese è quello di trovare una soluzione politica. Del resto, questo è l'unico governo riconosciuto dalle Nazioni Unite in Libia. Ma gli interessi nel Paese nordafricano sono diversi e, per questo, i vari attori in campo puntano su cavalli diversi.
Come spiega a Nova la professoressa Michela Mercuri: "Sarraj sta giocando la carta della diplomazia in contrapposizione alla strategia aggressiva" di Haftar, il cui portavoce (Ahmed al Mismari) "ha detto che nonostante il Ramadan (mese sacro per i credenti musulmani) l'offensiva continuerà in maniera ancora più energica. Sarraj vuole mettere Haftar in cattiva luce con le cancelliere europee e porsi come un attore favorevole al dialogo e disponibile alla pacificazione non armata del Paese".
Ma perché Sarraj si sta muovendo così? Spiega sempre la professoressa: "Non sta giocando questa carta per disperazione, ma per
dimostrare di essere un attore disponibile al dialogo e non alla guerra". Tuttavia, ha concluso Mercuri, il premier libico "sul campo sta mostrando la sua faccia più dura per contrastare l'offensiva di Haftar".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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