Il Consiglio europeo non termina con un nulla di fatto, ma di certo non si può dire che si sia concluso con decisioni di straordinaria importanza. Almeno nell'immediato. Dopo lo scontro trapelato dalle fonti di Palazzo Chigi, in cui Giuseppe Conte avrebbe rifiutato la bozza del documento proprio dall'Unione europea criticando fortemente la scelta di non cedere sulle regole di fronte all'emergenza storica che affronta l'Italia e l'Europa, al termine delle sei ore di colloquio di leader dei 27 Paesi membri dell'Ue hanno raggiunto una prima bozza di intesa.
La proposta iniziale, bocciata da Spagna e Italia (e con probabilmente poca sponsorizzazione da parte della Francia), prevedeva di fatto il mantenimento di quelle regole di bilancio e di aiuti da parte dei meccanismi europei che non potevano essere accettate dai Paesi in difficoltà. L'ostruzionismo di Madrid e Roma, capitali dei Paesi Ue più colpiti dalla pandemia di coronavirus, ha così condotto a un nulla di fatto. Il documento, secondo fonti di Bruxelles, prevede infatti che il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, presenteranno proposte di lungo periodo insieme ad altre istituzioni europee.
Una decisione che di fatto non decide niente. Posticipa, forse più per paura di non trovare un accordo e per non scontentare nessuno piuttosto che per sciogliere i nodi e provare a dare un impulso all'Europa devastata dal covid-19. E quello che scaturisce dallo scontro di fuoco tra Italia, Spagna e falchi del Nord Europa sembra essere l'ennesima dimostrazione di una paralisi politica e di leadership che non appare in grado di far uscire l'Europa dal pantano.
Conte, che ha minacciato l'Ue sul fatto che l'Italia sarebbe andata avanti da sola se entro dieci 10 giorni non si fosse trovata una soluzione europea alla crisi, ha così evitato di far approvare la linea del rigore, ma non è riuscito a quanto pare a scardinare le resistenza del blocco dell'Europa del Nord, ben poco interessato a cedere sul fronte delle regole sul bilancio e su un Mes senza condizionalità. Come riportato dalla fonti, il premier ha voluto sottolineare che ciò che manca alla proposta europea sono "strumenti finanziari innovativi e realmente adeguati a reagire a una guerra che dobbiamo combattere insieme per vincerla quanto più rapidamente possibile".
Il risultato di questo timore è tutto racchiuso in questo documento di cui ancora non si conosce espressamente il testo ma in cui si dice che governi dell'Ue si sono dati due settimane di tempo per presentare nuove proposte sulla fiscalità per contenere l'emergenza. E senza alcun riferimento al Meccanismo europeo di stabilità, il famigerato Mes su cui l'Italia vorrebbe puntare ma solo privata di quelle condizioni che invece rappresentano il pilastro del fondo salva-Stati. L'Europa prende tempo: ma forse è arrivato il momento di decidere davvero.
Il "no" di Angela Merkel
Nelle ore successive al Consiglio europeo, trapela anche la netta diffidenza della cancelliera tedesca Angela Merkel nei riguardi della proposta italiana e spagnola per gli
Euorobond. La Merkel ha detto di avere "comprensione" nei confronti della situazione in Spagna e in Italia, ma che per Berlino il tema "non è all'ordine del giorno". Ennesima dimostrazione di come funziona il blocco dei falchi.
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