Ha dell'incredibile la tesi che si è inventata la difesa per provare a scagoniare un dottore svedese accusato di avere sequestrato una donna, drogandola e stuprandola in un bunker costruito per tenerla in ostaggio.
"Voleva che qualcuno vivesse con lui", ha spiegato il legale che sta seguendo il caso dell'uomo, il cui nome non è stato rivelato perché le regole sulla privacy in Svezia non lo permettono. Secondo Mari Schaub tutto quello che è successo faceva parte di un "piano elaborato per trovarsi una ragazza".
Per metterlo in atto il medico aveva costruito un bunker in cemento, con doppie porte in metallo e muri spessi, vicino alla casa dove abitava a Knislinge, nel sud del Paese. Aveva poi tentato di coprire tutto, fingendo che si trattasse di un garage per la sua automobile.
Secondo quanto dice la polizia svedese il tutto era iniziato cinque anni fa. Il bunker conteneva un bagno, una cucina, e persino un giardino coperto. Le forze dell'ordine lo hanno preso quando è entrato nell'abitazione della donna che aveva rapito per prendere alcuni dei suoi oggetti personali.
Inutile il suo tentativo di portare la donna alla polizia e
farle dire che stava bene e che non era stata rapita. Gli uomini del commissariato hanno capito il trucco e, prendendola da parte, le hanno fatto confessare quello che era accaduto. A quel punto sono scattate le manette.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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