I negoziati per la pace in Siria, che si sono conclusi oggi ad Astana, marcano un ulteriore punto di svolta nella crisi siriana, dopo quello rappresentato dalla riconquista di Aleppo. La Russia, infatti, sta ora cercando di capitalizzare i successi militari ottenuti sul terreno, trasferendoli sul piano diplomatico. E trasformandoli in risultati politici. Il primo di questi risultati, è senza dubbio il rafforzamento dell’asse inedito con la Turchia. Ankara, che dall’inizio del conflitto siriano ha appoggiato l’opposizione ad Assad e che si è impegnata in tutti i modi, in questi anni, per rovesciare il governo siriano – anche chiudendo gli occhi in più di un'occasione sui traffici dell’Isis sul proprio territorio – ora stringe sempre di più l’alleanza con il principale alleato del governo di Damasco, la Russia di Vladimir Putin, e con l'Iran.
Il meccanismo trilaterale di monitoraggio della tregua
Si sono conclusi, infatti, con una dichiarazione congiunta di Russia, Turchia e Iran, i colloqui di pace nella capitale kazazka. Una dichiarazione in cui i tre Paesi, hanno deciso di “stabilire un meccanismo trilaterale per assicurare la piena applicazione del cessate il fuoco raggiunto lo scorso 29 dicembre ed evitare le provocazioni, determinando in modo esatto le modalità della tregua”. È quanto si legge nel documento finale prodotto dalle delegazioni che hanno promosso i negoziati e letto ai giornalisti dal ministro degli esteri del Kazakhstan, Kairat Abdrakhmanov. Non è ancora chiaro, tuttavia, secondo quanto riferisce al Jazeera, se l’opposizione siriana ed il governo di Damasco abbiano appoggiato la dichiarazione.
Asse Mosca-Ankara-Teheran contro l’Isis
Russia, Turchia e Iran hanno riaffermato, inoltre, nello stesso documento, “la loro determinazione nel combattere congiuntamente l’Isis e al-Nusra”, in Siria. Le tre potenze regionali hanno ribadito, inoltre, il loro impegno per la “sovranità, indipendenza, unità ed integrità territoriale della Repubblica Araba Siriana, intesa come uno Stato democratico, multietnico, multi-religioso e non settario”, stabilendo così, di fatto, i cardini della nuova piattaforma sulla base della quale si dovrà discutere il futuro politico della Siria, dopo la cessazione delle ostilità. Non esiste una “soluzione militare al conflitto siriano”, è stato, infatti, ribadito altresì nel documento adottato al termine dei colloqui. Il conflitto potrà essere risolto soltanto attraverso “un processo politico” basato sull’implementazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Verso i colloqui di Ginevra
"Siamo riusciti a dar vita al processo di Astana", ha detto il capo della delegazione russa Alexander Lavrentyev, constatando l’efficacia della piattaforma negoziale di Astana, e definendola “un completamento di Ginevra". Russia, Turchia e Iran hanno apprezzato, quindi, “il coinvolgimento nel negoziato dell'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura", e hanno annunciato, sempre nel documento finale, di voler “sostenere la volontà dei gruppi armati di opposizione di partecipare al prossimo round di negoziati tra governo ed opposizione che si terrà il prossimo 8 febbraio, sotto l’egida delle Nazioni Unite a Ginevra”. L’atteso faccia a faccia tra governo ed opposizione armata ad Astana, però, non c’è stato. I tempi, evidentemente, non sono ancora maturi. Mohammed Alloush, rappresentante del gruppo armato Jaish al-Islam, ha accusato la delegazione del governo di Bashar al Assad, guidata dall’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bashar al Jaafari, e la delegazione iraniana di essere “responsabili dell'assenza di "progressi tangibili" durante i negoziati. "L'intransigenza dell'Iran e del regime siriano”, ha detto Alloush, “ha impedito progressi concreti nella trattativa". I rappresentanti dei gruppi armati di opposizione, secondo quanto riferisce Sputnik citando lo stesso Alloush, avrebbero confermato, tuttavia, il proprio impegno per il mantenimento del cessate il fuoco.
I colloqui di Astana sono stati un "successo" in quanto si è riusciti "a raggiungere l'obiettivo di consolidare il cessate il fuoco" in Siria, ha dichiarato, invece, il capo della delegazione del governo siriano, al Jaafari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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