La guerra in Siria va avanti. E prosegue lo scontro a distanza, fatto di accuse e repliche, tra Turchia e Russia. Il governo turco accusa i russi di aver colpito un ospedale, in un raid aereo a Idlib, causando "la morte di 60 civili e 200 feriti". È quanto si legge in una nota del ministero degli Esteri turco. In precedenza l’Osservatorio siriano per i diritti umani in Siria (Ondus) aveva parlato del raid russo ma senza specificare che l’obiettivo colpito fosse un ospedale e limitando il numero delle vittime a 25.
Mosca ha smentito di aver condotto operazioni su Idlib, controllata da qaedisti del fronte Jubath al Nusra. "L’aviazione russa - sostiene il ministero della Difesa russo - non ha svolto alcuna missione bellica nella provincia di Idlib, tantomeno raid aerei. Chiediamo di trattare più criticamente qualsiasi storia terribile del tandem britannico rappresentato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria e dall’agenzia Reuters".
Altri raid condotti da aerei governativi siriani sono segnalati nell'area di Aleppo, su zone fuori dal controllo delle forze di Assad. Giorni difficili anche per i civili di Raqqa, dove le forze speciali turche si dicono pronte all'intervento, a fianco di quelle Usa, per un'operazione contro la roccaforte dell'Isis.
L'unica condizione posta da Ankara è che siano escluse le milizie dell'Ypg (curdo-siriani), considerati al pari del Pkk. Gli Usa però considerano amiche le milizie dell'Ypg, e molto utili nella lotta contro lo stato islamico.
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