Siria, Trump lancia l'ultimatum: "Pronti ad agire in 24-48 ore"

In Siria tensioni ai massimi livelli. Dopo la strage di Douma, rappresaglia su Homs. E Trump annuncia importanti decisioni in "24-48 ore"

Siria, Trump lancia l'ultimatum: "Pronti ad agire in 24-48 ore"

Tensione sempre più in alta in Siria. La base aerea T-4, nella provincia di Homs, è stata colpita da un attacco missilistico che avrebbe fatto almeno 14 morti, tra cui due militari iraniani. Un raid aereo, quello sferrato da caccia F-15 israeliani con otto missili lanciati dallo spazio aereo libanese, tre dei quali hanno colpito hangar e caserme nella parte ovest della base che viene chiamata anche Tiyas e che spesso ospita aerei russi, che arriva l'indomani della terribile strage di Douma. E li ritorsioni non si fermeranno qui. "Gli Stati Uniti - ha messo in chiaro Donald Trump - prenderanno una decisione importante nelle prossime 24/48 ore".

Il raid aereo su Homs riapre le ferite in Siria. Mosca e Damasco hanno puntato subito l'indice contro Israele che non ha confermato né smentito il raid. "Gli Stati Uniti - fanno sapere fonti vicine a Washington - erano stati preavvertiti". Del resto, lo scorso febbraio, i jet israeliani avevano già bombardato la stessa base dopo che era stato intercettato un drone iraniano nello spazio aereo dello Stato ebraico. "L'attacco su Homs - fanno sapere i russi - rende la situazione estremamente pericolosa". Il raid contro la base siriana segna una nuova escalation in Siria dopo che sabato, in un presunto attacco chimico contro Duma, ultima roccaforte dei ribelli nella Ghouta orientale, sono morti una quarantina di civili, suscitando la forte condanna dell'Occidente che ha accusato Damasco.

La diplomazia mondiale guarda ora a Washington. Il segretario alla Difesa, James Mattis, ha subito fatto sapere che "nessuna risposta è esclusa", mentre Trump si appresta a prendere "decisioni difficili". "Decisioni che arriveranno già nelle prossime 24/48 ore", ha spiegato il presidente americano confidando ai giornalisti di non poter "tollerare atrocità" come quelle accadute a Duma. "Tutti dovranno pagare un prezzo". La Francia si è schierata con forza con Washington con il presidente Emmanuel Macron che ha telefonato alla Casa Bianca per "coordinare una forte risposta comune". Sull'altro fronte il Cremlino ha respinto ogni accusa affermando che si tratta di una "montatura" contro Bashar al Assad. "Le truppe russe sono entrate a Duma e non hanno trovato nessuna traccia di sostanze chimiche", ha detto il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.

In queste 48 ore, il presidente americano può seguire essenzialmente due vie. La prima: un attacco farsa come quello compiuto in seguito alla strage di Khan Shaykhun. La seconda, invece, molto più ampia e intesa come una vera rappresaglia nei confronti di Damasco. In una operazione simile potrebbero entrare anche Francia e Israele, intenzionati a colpire Bashar al Assad. In entrambi i casi Trump è disposto ad andare fino in fondo, con o senza il sostegno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

"La storia registrerà questo come il momento in cui il Consiglio di sicurezza ha fatto il suo dovere - ha detto l'ambasciatore americano all'ONU, Nikki Haley - o ha dimostrato il suo totale e completo fallimento nel proteggere i siriani, in ogni caso, gli Stati Uniti risponderanno".

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