Sembrava che la Somalia dopo anni di guerra e in balia, prima delle milizie dei signori della guerra, poi delle Coorti islamiche e infine di Al-shabab, stesse lentamente avvicinandosi a una progressiva stabilizzazione. Pur sempre in bilico e con estreme difficoltà, certo, ma un passo in avanti notevole rispetto ai decenni di anarchia armata e disfacimento statale che hanno caratterizzato la sua storia recente.
Così sembrava e lasciava sperare l'evolversi degli eventi nel Corno d'Africa ma negli ultimi mesi e nelle ultime ore c'è stata un' inversione di rotta. Il Paese è di nuovo sprofondato in una ciclicità quotidiana di orrore. Al-Shabab ha stretto alleanza con il Daesh, ha amplificato le operazioni terroristiche contro obiettivi presidenziali e pure contro i civili, autobombe, scontri a fuoco e dopo le minacce di morte rivolte agli occidentali e alle truppe britanniche, che a breve raggiungeranno il suolo somalo, ecco che ieri un altro episodio di violenza ha creato panico e lascia presagire l'arrivo di una nuova ondata di sangue nell ex colonia italiana.
Mercoledì infatti, un commando jihadista ha ucciso il nipote del presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud.
La cellula islamista ha infatti teso un'imboscata all'automobile che trasportava Liban Osman, nipote del Presidente, e all'avvocato Abdikadir Mohamed. Un attacco a fuoco studiato nei dettagli, la macchina crivellata di colpi e i due copri esanimi all'interno.
Al Shabab ha esultato tramite il portavoce definendo l'operazione un attacco contro un importante
funzionario presidenziale. Il governo federale somalo invece non ha commentato l'accaduto. Ma ora quello che si teme è che l'episodio porti a rappresaglie e vendette e s' inneschi così una nuova esplosione di morte in Somalia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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