Hanno dovuto aspettare tre anni, durante i quali hanno combattutto contro tre tentativi di archiviazione. Poi, ieri, contro ogni aspettativa, la Corte d'Appello di Terragona ha accolto il ricorso delle famiglie delle studentesse Erasmus, uccise nella strage del bus in Spagna. La Corte ha così deciso che si celebrerà un processo, per stabilire le responsabilità di quella strage.
Era il 20 marzo del 2016 quando, vicino alla cittadina catalana di Freginals, fra Valencia e Barcellona, un autobus notturno si era schiantato. I passeggeri erano quasi tutti studenti che avevano partecipato alla festa dei fuochi di Las Fallas. Quella notte, 13 persone persero la vita, tra cui 7 studentesse italiane: Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Elisa Scarascia Mugnozza, Serena Saracino e Francesca Bonello.
Secondo i giudici di Tarragona, per stabilire cosa sia accaduto quella notte, servirà un processo. L'unico imputato, accusato di omicidio colposo, è l'autista del bus, lo spagnolo Santiago Rodriguez Jimenez, 62 anni, che aveva dichiarato di essersi addormentato alla guida.
La sua versione era stata confermata anche dai dati della scatola nera, che mostrava repentini cambi di velocità, come se l'autista avesse avuto già dei colpi di sonno prima dello schianto fatale.
"È una decisione che accogliamo con soddisfazione - commentano le famiglie, secondo quanto riporta il Secolo XIX- finalmente potremo avere un processo e chiedere giustizia".
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