Era impegnata su una tesi di dottorato Jacqueline Anne Sutton, la ex giornalista della Bbc trovata morta all'aeroporto di Istanbul, impiccata con i lacci delle scarpe in uno dei gabinetti dell'Ataturk International.
Al Centro per gli studi arabi e islamici dell'Università nazionale australiana, la Sutton lavorava a una ricerca su come la cooperazione internazionale si è impegnata per le donne che lavorano nei media tra il 2003 e il 2013 in Iraq e Afghanistan, dove aveva anche lavorato.
Solo uno dei molti progetti che aveva aperti, secondo Anthony Bordern, direttore esecutivo dell'Institute for War and Peace Reporting (Iwpr), ong di cui la Sutton era direttrice per il programma iracheno, di stanza a Erbil, e che si occupa di dare un sostegno alla stampa indipendente nelle aree toccate da conflitti.
Jacqueline, "Jacky" come la chiamavano tutti affettuosamente, era diretta nel Kurdistan iracheno quando è stata trovata morta, in circostanze che i suoi amici e conoscenti rifiutano di considerare un suicidio, descrivendola come una donna forte ed estremamente determinata.
A Erbil, capitale della regione semi-autonoma, la Sutton era già stata. Ieri Rudaw, sito di informazione curdo in inglese, ha rimesso online un'intervista in cui la donna, esperta di diritti umani e sviluppo, parlava di come il sedicente Stato islamico attiri molte donne, offrendogli una visione distorta di ciò che è la realtà in Iraq e in Siria nei territori controllati dai jihadisti.
Il direttore esecutivo di Iwpr sostiene che uno dei progetti della Sutton riguardasse proprio la condizione delle donne nei territori controllati dall'Isis e parla di lei come di una persona "in grado di cavarsela" in condizioni difficili.
Cosa sia successo a Istanbul, se l'ex giornalista si sia uccisa davvero, ancora non è chiaro. Una prima ricostruzione sottolineava che la donna avrebbe perso l'aereo per l'Iraq e non avesso soldi per comprare un nuovo biglietto, ma un quotidiano turco sostiene invece che avrebbe avuto 2.300 dollari con sé.
A giugno la Sutton aveva espresso il timore di essere
finita nel mirino del terrorismo. Il suo predecessore all'Iwpr, Ammar Al Shahbander, era rimasto ucciso cinque mesi fa a Baghdad, quando un'autobomba era esplosa in uno dei molti attentati nella capitale irachena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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