Poroshenko chiede all'Onu di dispiegare i caschi blu nell'est dell'Ucraina. Il presidente è intervenuto durante una riunione del Consiglio ucraino di sicurezza nazionale e della difesa, convocata da lui a seguito della visita nell'est del Paese. L'opzione
migliore, ha affermato, sarebbe una missione di polizia dell'Unione europea. Poroshenko ha chiesto al Consiglio nazionale di approvare la proposta, in modo da poter avviare consultazioni con i partner all'estero. Il presidente ha rivelato di aver parlato di questa possibilità con i leader di Germania, Francia e Russia durante il vertice della scorsa settimana a Minsk. Per la prima volta Kiev apre all'invio di una forza di pace nell'est del Paese. Ma da Mosca arriva un secco no.
A rispondere negativamente alla proposta di Poroshenko è l’ambasciatore russo all’Onu, Vitali Ciurkin, secondo il quale la richiesta dei peacekeeper Onu evidenzia una "carenza di determinazione" nell’attuazione degli accordi di Minsk. "Penso che sia un po' inquietante - afferma il diplomatico - perché hanno appena firmato gli accordi di Minsk il 12 febbraio. E tali accordi prevedono solo il ruolo dell’Osce, non c’è nulla sull’Onu o sulla Ue", ha detto Ciurkin alla tv Russia Today. E ancora: "Penso che invece di venirsene fuori con nuove idee dovrebbero lavorare più duro sull’attuazione di ciò che hanno concordato".
L'idea dei caschi blu viene subito respinta anche dal capo negoziatore dei filo-russi, Denis Pushilin, secondo il quale si tratterebbe di una violazione degli accordi. "Le repubbliche di Donetsk e Lugansk chiedono alla Federazione russa, alla Germania e alla Francia, in qualità di garanti dell’attuazione del documento firmato a Minsk, di prendere provvedimenti immediati e far tornare Kiev sulla strada della soluzione pacifica del conflitto", ha detto a Interfax Pushilin. A suo dire, i dirigenti separatisti del Donbass vedono la proposta di Poroshenko in modo molto negativo: Se proprio abbiamo bisogno di forze di pace - ha aggiunto - sono le forze di pace russe. Ma ora è l’Osce a svolgere funzione di controllo e tale misura sarebbe prematura".
Gli scontri di Debaltsevo
Negli scontri per la conquista di Debaltsevo sono stati uccisi 3.088 soldati ucraini, di cui 40 nella notte: lo ha detto in una conferenza stampa a Donetsk, Eduard Basurin, rappresentante del ministero della Difesa dell’autoproclamata repubblica di Donetsk. Ieri Kiev aveva ammesso solo la perdita di 22 soldati, di cui sei durante "il ritiro programmato e organizzato" delle unità da Debaltsevo, completato al 90%.
Le accuse degli Usa ai filorussi
È chiaro che Mosca e i separatisti filorussi nell'est dell'Ucraina non hanno rispettato le condizioni dell'accordo di Minsk, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, prima della telefonata in programma ieri sera tra i leader di Ucraina, Russia, Francia e Germania. Più tardi il segretario di Stato Usa John Kerry ha chiesto al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov "di fermare gli attacchi russi e dei separatisti contro le posizioni ucraine a Debaltsevo e le altre violazioni del cessate il fuoco" nell'est dell'Ucraina. Lo ha riferito la portavoce del dipartimento di Stato Usa Jen Psaki a seguito della telefonata tra Kerry e Lavrov.
"Il segretario - ha aggiunto Psaki - ha fatto appello alla Russia affinché venga garantito un accesso sicuro a Debaltsevo agli osservatori dell'Osce, a cui è stato impedito di svolgere i loro compiti". Nonostante le violazioni gli Usa "non considerano morto" l'accordo raggiunto la settimana scorsa a Minsk, ha affermato Psaki, aggiungendo che ci vuole del tempo per applicare il piano.
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