Il governo inglese ha in questi giorni annunciato una “incisiva” riforma della procedura di naturalizzazione degli stranieri residenti nel Regno Unito, al fine di renderla “più rigorosa” e diretta a certificare l'"effettiva adesione" degli stranieri ai "valori britannici".
James Brokenshire, ministro per le Comunità locali, e Sajid Javid, titolare degli Affari interni, hanno ultimamente disposto di concerto numerose modifiche alla normativa sulla cittadinanza nazionale. In base alle innovazioni appena introdotte, gli immigrati che faranno da oggi in poi domanda di naturalizzazione dovranno sottoporsi a un “test” diretto a valutare la loro effettiva “assimilazione dei valori e dei principi giuridici del Regno Unito”. Di conseguenza, la concessione dello status di cittadino britannico non dipenderà più esclusivamente dal requisito della residenza ultra-quinquennale sul territorio nazionale.
I soggetti desiderosi di ottenere tale condizione giuridica dovranno infatti anche superare un esame consistente in “domande” su “lingua, storia, istituzioni, tradizioni e abitudini popolari” del Paese anglosassone. La riforma in questione è stata descritta dai suoi promotori come uno strumento inteso a evitare che possano entrare a fare parte della comunità del Regno Unito soggetti “refrattari a condividere il retaggio storico-valoriale della nazione”.
Ad esempio, James Brokenshire ha dichiarato: “Per troppo tempo, la concessione della cittadinanza del Regno Unito è stata regolata da disposizioni eccessivamente blande, in quanto non imponevano alcuna valutazione del grado di adesione al nostro patrimonio giuridico e culturale da parte degli stranieri. Per colpa di queste lacune normative, in Gran Bretagna ci sono attualmente migliaia di individui che, pur in possesso della cittadinanza nazionale, manifestano una profonda avversione verso lo stile di vita inglese e la civiltà occidentale.”
Il lancio del “test sui valori britannici” ha subito provocato malumori tra le file dell’opposizione. Il Partito laburista ha infatti bollato la riforma propugnata dall’esecutivo May come “palesemente discriminatoria” e ha poi affermato che la “vera integrazione” degli stranieri non potrà mai essere raggiunta a suon di “esamini di storia”, ma solo mediante il “rafforzamento della funzione inclusiva svolta dalla scuola pubblica”.
Ad avviso della sinistra, il fatto che al giorno d’oggi nel Regno Unito vi siano migliaia di cittadini “ostili ai valori occidentali” sarebbe quindi dovuto non alla blanda normativa sulla naturalizzazione degli immigrati, bensì ai “tagli all’istruzione” operati dal governo tory.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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