Uk, laburisti ancora nella bufera, infiltrazioni iraniane nel partito

La parlamentare laburista Joan Ryan ha denunciato presunte infiltrazioni di membri della propaganda iraniana all'interno del partito di Jeremy Corbyn, che avrebbero contribuito a far passare una mozione di sfiducia nei suoi confronti

Uk, laburisti ancora nella bufera, infiltrazioni iraniane nel partito

Una nuova tegola si sta abbattendo addosso ai laburisti inglesi, già alle prese con le accuse di antisemitismo che hanno portato settimana scorsa il rabbino Jonathan Sacks ad auspicare la fuga degli ebrei dal Regno Unito nel caso Jeremy Corbyn dovesse venire eletto Primo Ministro. Questa volta la bufera si è scatenata direttamente all'interno del partito, per mano della parlamentare Joan Ryan, che in un'intervista rilasciata giovedì al quotidiano Daily Telegraph ha dichiarato come alcune persone considerate vicine al governo iraniano siano riuscite ad infiltrarsi nel Partito Laburista, allo scopo di condizionarne le votazioni interne. La Ryan fa esplicito riferimento alla mozione di sfiducia a cui è stata sottoposta lo scorso 6 settembre dalla direzione del partito e che è stata successivamente approvata con 94 voti a favore e 92 contrari; mozione presentata da alcuni membri del suo stesso collegio elettorale dopo che questi ultimi l'avevano accusata di essere eccessivamente critica nei confronti del segretario Corbyn in merito alla polemica sull'antisemitismo. Durante la votazione infatti, la parlamentare ha dichiarato di aver notato tra i presenti anche alcuni giornalisti di PressTv, un canale d'informazione all-news controllato direttamente dalla televisione di stato della Repubblica Islamica dell'Iran.

La presenza dell'emittente, a cui è attualmente proibito trasmettere sul territorio britannico, sarebbe stata giustificata dal tesseramento - avvenuto nel maggio scorso - di uno dei suoi giornalisti al Partito Laburista. Secondo una fonte interna ai labour, il giornalista in questione sarebbe Roshan Salih, già noto per aver più volte descritto Israele come uno "Stato del terrore" e che proprio a causa del suo recente ingresso tra le file dei laburisti ha acquisito il diritto di partecipare alle votazioni riguardanti le mozioni di sfiducia dei singoli parlamentari, tra cui anche quella di Joan Ryan. Dal canto suo la Ryan, che ritiene di essere stata presa di mira per le sue simpatie filo israeliane (è presidente dell'associazione Amici laburisti d'Israele), ha dichiarato: "Sono sconvolta dal fatto che si siano potuti infiltrare nel Partito Laburista in questo modo e penso che sia necessario indagare, perché è una faccenda incredibilmente seria. Sono orgogliosa dei miei valori e non mi aspetto di essere il brindisi del portavoce del regime iraniano", chiedendo inoltre l'espulsione dei sostenitori del governo iraniano presenti nel partito ed apostrofando - in un tweet pubblicato dopo la sconfitta nella mozione - coloro che le avevano votato contro come "Trotskisti, stalinisti, comunisti ed estrema sinistra assortita. Non ho niente da spartire con loro". Nella serata di venerdì, un portavoce dei laburisti ha tuttavia affermato che non è loro intenzione mettere in discussione i singoli membri del partito.

Non è però la prima volta che il lungo braccio mediatico iraniano viene scoperto ad intrattenere stretti rapporti con i laburisti inglesi. Tra il 2009 ed il 2012 infatti lo stesso Jeremy Corbyn, all'epoca non ancora segretario, ricevette un compenso di circa ventimila sterline in cambio di una serie di interviste rilasciate proprio a PressTv. A filmare gli interventi dell'allora parlamentare c'era sempre lui, Roshan Salih, che dopo aver intervistato Corbyn numerose volte gli fece addirittura i complimenti per la sua discrezione e la sua genuinità nel rispondere alle domande. Una situazione spinosa, ritenuta incomprensibile anche dal vice segretario labour Tom Watson, che ha in seguito dichiarato: "Non riesco a capire come PressTv abbia potuto essere stata autorizzata ad assistere alla votazione. Questa confusione non fa che ridurre ad una farsa quelli che sono i regolamenti interni del partito, non è questo il modo in cui il Partito Laburista dovrebbe condurre i propri affari". Inoltre, secondo i dirigenti laburisti del collegio elettorale di Enfield North, in cui si è svolta la votazione incriminata, nessun rappresentante dei media era stato autorizzato a presenziare alla riunione, a cui peraltro era consentito partecipare solo esibendo un documento d'identità valido oltre alla tessera d'iscrizione al partito.

Commentando poi le dinamiche della mozione di sfiducia in se, Joan Ryan è ritornata sulla questione dell'antisemitismo criticando la nuova linea politica del partito, descritta come parte di una strategia volta all'estromissione della componente moderata: "Quello visto l'altra sera è stato uno scontro tra l'antisemitismo nel Partito Laburista e coloro che invece, dopo essere sempre stati al fianco della comunità ebraica, hanno fatto sapere che ora ne avevano abbastanza. Non ho chiesto scusa la scorsa notte per questo e non lo farò di certo ora. Continuerò ad essere contro l'antisemitismo, contro la demonizzazione e la delegittimazione dello Stato ebraico e per un Partito Laburista che rimanga fedele ai suoi valori di antirazzismo, di rispetto e di dignità". - aggiungendo - "Bisogna decidere se essere un potenziale partito di governo o se invece rimanere un partito che combatte contro se stesso sulla purezza ideologica e che discute con la comunità ebraica su cosa voglia dire antisemitismo, andando così a finire in una spirale di espulsioni, purghe e molestie.

Non possiamo essere entrambi". Quello della Ryan non è infatti un caso isolato, ma l'ultimo di una lunga serie di parlamentari laburisti ad essere sfiduciati dal loro stesso partito perché non abbastanza in linea con il nuovo corso di sinistra dura e pura impostato da Jeremy Corbyn.

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