L'Ucraina potrà continuare a difendersi utilizzando le armi ricevute dagli Stati Uniti e dal blocco occidentale anche nei territori che saranno eventualmente annessi dalla Russia. Direttamente da Washington, il segretaraio di Stato americano, Antony Blinken, ha infatti spiegato che gli Usa non riconosceranno la validità dei referendum avanzati da Mosca né il loro esito finale. E che Kiev avrà tutto il diritto di difendersi anche nelle regioni conquistate dai russi e sottoposte a consultazioni. Nel frattempo, dal Cremlino fanno sapere invece che i suddetti referendum avranno conseguenze per la sicurezza.
Il via libera di Washington
All'orizzonte si profila un nuovo muro contro muro tra Stati Uniti e Russa. Da una parte Washington, che non intende riconoscere i referendum russi; dall'altra Mosca, che non vede l'ora di annunciare l'annessione delle regioni ucraine conquistate negli ultimi mesi. In mezzo ai due fuochi c'è una guerra che non si ferma, aggravata dall'ombrello istituzionale aperto dal Cremlino che potrebbe generare pericolosi incidenti di percorso.
"La situazione legale cambierà radicalmente dal punto di vista del diritto internazionale e avrà anche conseguenze per la sicurezza in quei territori", ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. I risultati preliminari comunicati dalle autorità separatiste locali indicano che oltre il 96% dei cittadini che hanno partecipato vogliono l'annessione.
Allo stesso tempo, Blinken ha fatto capire che il jolly russo del referendum non fermerà la difesa ucraina né cambierà le carte in tavola sul campo di battaglia. "Le armi che stiamo fornendo sono state finora usate in modo efficace dagli ucraini. Kiev ha il diritto di continuare a difendersi anche nei territori che saranno eventualmente annessi dalla Russia", ha spiegato il segretario di Stato Usa. "Dal nostro punto di vista non cambia niente, non li riconosceremo mai", ha aggiunto lo stesso Blinken riferendosi ai risultati del referendum.
Le (possibili) conseguenze dei referendum
A questo punto si apre un dibattito sul futuro degli oblast ucraini che, presumibilmente, saranno inglobati dalla Russia. La comunità internazionale, come detto, non ha alcuna intenzione di riconoscere l'atto compiuto. I referendum russi sono illegittimi e i territori rimangono ucraini, ha tuonato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un messaggio su Twitter. "Ho appena parlato con il Presidente Zelensky e ho chiarito che gli alleati della Nato sono incrollabili nel sostegno alla sovranità e al diritto di autodifesa dell'Ucraina. I referendum fasulli indetti dalla Russia non hanno alcuna legittimità e sono una palese violazione del diritto internazionale. Queste terre sono Ucraine", si legge nel tweet di Stoltenberg.
Il punto è che Putin ha minacciato di ricorrere perfino al nucleare, nel caso in cui la sicurezza del territorio russo dovesse essere messa in pericolo. Ricordiamo che, all'indomani della quasi certa annessione, anche le "regioni della discordia" saranno considerate da Mosca parte integrante del proprio territorio.
Che cosa succederà, allora, se Kiev dovesse sferrare una controffensiva a Kherson? La sensazione, stando alle dichiarazioni del capo del Cremlino, è che la Russia reagirà con forza. Con quali mezzi ancora non è dato sapere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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