Negli Stati Uniti è iniziato il conto alla rovescia per le elezioni di midterm. Un voto, quello del prossimo 6 novembre, al quale è legato il destino dei prossimi due anni di presidenza Trump.
Gli elettori, infatti, potrebbero cambiare gli equilibri al Congresso, scegliendo 435 nuovi rappresentanti alla Camera e un terzo dei senatori. Se i democratici riuscissero a strappare la maggioranza ai repubblicani, infatti, gli spazi di manovra del presidente potrebbero essere più ridotti, anche se Trump continuerebbe a governare senza grossi problemi. Tra i cavalli di battaglia del presidente, che da domani sarà impegnato in un tour de force che prevede undici comizi in Florida, Montana, Indiana, Missouri ed altri Stati cruciali, c’è sempre la battaglia contro l’immigrazione.
Un tema, questo, che cavalcano anche i democratici, con la vicenda dei figli dei migranti separati dai genitori entrati illegalmente negli Stati Uniti che ha scosso l’opinione pubblica negli ultimi mesi. E anche i candidati democratici vengono scelti all’insegna del multiculturalismo e dell’accoglienza. Da Minneapolis, la principale città del Minnesota, potrebbe arrivare, infatti, la prima rifugiata musulmana eletta al Congresso.
Ilhan Omar, trentacinquenne somala, ha vinto le primarie democratiche indossando il velo e battendosi contro la paura del “diverso”. Ora è pronta a battersi anche contro la rivale repubblicana Jennifer Zielinski. Una sfida tutta in rosa: da una parte la candidata trumpiana che vuole sapere “chi sta arrivando e chi si trova nel nostro Paese”, rivendicando i successi dell’amministrazione presidenziale nello Stato a maggioranza repubblicana. Dall’altra Omar, osannata nella roccaforte blu di Minneapolis.
Secondo alcuni esperti intervistati da Repubblica per le donne della città rappresenta un simbolo. È l’incarnazione di una che ce l’ha fatta senza rinunciare alla propria “identità”. Il velo che indossa sopra il tailleur gli è costato anni di dure critiche all’interno del partito, sulla scia dell’11 settembre. Ma ora che il clima è cambiato l’hijab è diventato quasi una risorsa. Due anni fa fu lei la prima musulmana somala ad essere eletta nella House of Representative del Minnesota. E la settimana scorsa è sempre lei a sbancare nelle primarie del partito ottenendo percentuali che hanno superato di gran lunga anche quelle ottenute a New York da Alexandria Ocasio Cortez, ventottenne del Bronx considerata l’astro nascente dei Democratici.
Nel suo programma elettorale c’è la
rimozione della “polizia anti-immigrati” e il sostegno alle madri studentesse e lavoratrici. Ma il suo obiettivo principale, confessa, è quello di spianare la strada verso il potere anche alle altre donne musulmane americane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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