La Yellen vuol frenare Trump: "Non tocchi le regole finanziarie"

Da Jackson Hole la presidente Fed avverte indirettamente Trump, che più volte ha promesso di allentare la mosra su Wall Street. E Draghi: "Il protezionismo frena la crescita"

La Yellen vuol frenare Trump: "Non tocchi le regole finanziarie"

Janet Yellen mette in guardia Donald Trump e chiede che non vengano modificate le riforme finanziarie messe in campo dopo la crisi di Wall Street.

"Hanno reso il sistema sostanzialmente più sicuro", ha spiegato la presidente della Fed mandando un avvertimento indiretto al presidente Usa che ha promesso di allentare la morsa della regolamentazione su Wall Stree, "Gli eventi della crisi hanno reso necessario intervenire. Le riforme hanno rafforzato il nostro sistema finanziario e ne hanno aumentato la resilienza. Mi aspetto che l'evoluzione del sistema finanziario in risposta i trend economici, alla tecnologia e alle regolamentazioni prima o poi farà riemergere in nuove forme quei rischi fin troppo noti, di un eccesso di ottimismo e di leva finanziaria, che richiederanno una risposta".

Da Jackson Hole a presidente della Fed ha dunque respinto l'argomentazione di chi, come Trump, sostiene che le regole abbiano frenato l'attività delle banche, insistendo sul fatto che i requisiti di capitale hanno anzi promosso la crescita del credito. Non ha escluso la necessita di aggiustamenti, come nel caso della Volker Rule, la legge che vieta alle banche commerciali Usa di fare trading speculativo, che potrebbe venire semplificata. "gni aggiustamento al quadro regolatorio dovrebbe essere modesto e preservare l'aumento della resilieza...associata alle riforme messe in piedi negli ultimi anni",ha insistito. "Non possiamo mai essere sicuri che una nuova crisi non si verifichi ma se teniamo la lezione fresca nella nostra mente abbiamo motivi per poter sperare che il sistema finanziario e l'economia si ritrovino ad affrontare meno crisi o a riprendersi da eventuali rischi più velocemente".

Per la Yellen potrebbe essere l'ultimo meeting di Jackson Hole da presidente della Fed con il suo mandato che scade il prossimo febbraio. Trump non si è sbilanciato sulla sua riconferma o meno ma Wall Street sembra scommettere su un rimpiazzo.

Dopo di lei è il presidente della Bce a criticare - seppur non apertamente - la politica di Trump. "Una svolta verso il protezionismo porrebbe un serio rischio per il proseguimento delle crescita della produttività e per la crescita potenziale nell'economia globale", ha detto Mario Draghi, "Questo rischio è particolarmente acuto alla luce delle sfide strutturali che le economie avanzate stanno affrontando.

Quando pensiamo all'economia globale, uno degli ingredienti chiave per alzare la produttività è l'apertura. Il libero scambio, gli investimenti e i flussi finanziari giocano un ruolo chiave nella diffusione di nuove tecnologie oltre i confini che porta in avanti i miglioramenti nell'efficienza".

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